Il partigiano Barilatti L’ultima lettera d’amore prima della fucilazione "Muoio per la Patria"

Cegna (Istituto storico) svela l’identità della donna, la greca Afrodite Marasli

Il partigiano Barilatti  L’ultima lettera d’amore  prima della fucilazione  "Muoio per la Patria"

Il partigiano Barilatti L’ultima lettera d’amore prima della fucilazione "Muoio per la Patria"

"Dita adorata la fine che prevedevo è arrivata, muoio ammazzato per la mia Patria. Addio Dita, non dimenticarmi mai e ricorda che tanto ti ho amata". Inizia così la lettera che Achille Barilatti, militare antifascista di Macerata, scrisse alla sua amata la notte prima di essere fucilato, al cimitero di Muccia, il 23 marzo del 1944, a 22 anni. Ma chi era questa donna di cui Achille si era innamorato? Settantanove anni dopo Annalisa Cegna, direttrice dell’Istituto storico di Macerata, svela la vera identità di Dita, grazie ai documenti custoditi nell’Archivio di Stato di Macerata. Catturato il 22 marzo del 1944 con i ragazzi di Montalto, il sottotenente scrisse due lettere, conservate a Milano con tutte quelle dei condannati a morte della Resistenza. Una era indirizzata alla madre, sfollata a Passo di Treia, e l’altra a Dita, la misteriosa donna amata. "Vai da mia madre a Passo di Treia appena potrai – le chiede Barilatti, affidandole l’ultimo desiderio –. Muoio da forte come onestamente ho vissuto. Addio Dita, addio gnau mio", aveva concluso, svelando così anche l’affettuoso nomignolo. Nella lettera alla madre, invece, il maceratese le spiega che a portarle le ultime notizie di lui sarà una donna: Afrodite Marasli. "Mi sono chiesta come avesse fatto una greca a finire in provincia di Macerata nel 1944 – spiega Cegna – e ho pensato di andare a controllare tra i documenti degli internati di Pollenza. E infatti ho trovato il suo fascicolo. Dita era il diminutivo di Afrodite Marasli, greca di Costantinopoli, dove nacque nel 1916. Di lei sappiamo che era stata catturata dall’Esercito italiano ad Atene nel 1943, portata nelle carceri di Roma e poi internata a Pollenza, in uno dei vari campi di concentramento femminili che erano stati creati nel centro Italia. Dal campo di Pollenza – racconta ancora Cegna – immaginiamo che Afrodite fosse riuscita a fuggire oppure che sia stata liberata, per poi incontrare Achille sulle montagne e avviare con lui una storia d’amore molto affascinante, anche per i loro nomi che affondano nella mitologia greca". A lei Barilatti rivolge i suoi ultimi pensieri, prima di essere fucilato. "Questa lettera, così tragica ma carica di amore, è l’ultima traccia che ci colloca Afrodite nelle Marche, dopodiché di lei non sappiamo più nulla – prosegue Cegna –. Oggi avrebbe 107 anni. Ci auguriamo che possa essere tornata in Grecia, dalla sua famiglia, con la quale non aveva mai interrotto i rapporti". "Cosa ci lascia questa storia – si chiede Cegna –? Ci lascia il dramma della morte e di un amore spezzato in nome della libertà e della Liberazione e poi ci consegna il ruolo sempre poco riconosciuto delle donne: anche in questo caso non sarebbe emerso, se non fossimo stati presi dalla curiosità di saperne un po’ di più di Afrodite".