Il precedente dei Canullo: "No all’archiviazione"

Un reclamo al tribunale, contro l’archiviazione delle indagini sulla morte di Eros Canullo...

Un reclamo al tribunale, contro l’archiviazione delle indagini sulla morte di Eros Canullo, del figlio Alessandro e della moglie Angela Maria Moretti. Lo ha presentato l’avvocato Maurizio Gabrielli per conto di un nipote dei maceratesi. La famiglia fu ritrovata senza vita il 6 settembre 2021, i corpi erano in avanzato stato di decomposizione. Dalle indagini venne fuori che il 29 giugno Alessandro Canullo, invalido a causa di un incidente, aveva chiamato il 112 chiedendo aiuto: il padre si era sentito male, e la madre era allettata dal 2018 per un ictus. In borgo Santa Croce arrivarono il 118 e la polizia, ma vedendo la casa abbandonata, e avendo avuto indicazioni poco chiare da Canullo, si pensò a uno scherzo. Due mesi fa, il giudice Daniela Bellesi ha archiviato l’inchiesta aperta sull’operatore del 118, il capopattuglia della polizia e il medico arrivato con l’ambulanza, ritenendo che non ci fossero responsabilità per l’accaduto, ma solo una serie di drammatiche, sfortunate coincidenze. Contro questo provvedimento ha presentato reclamo l’avvocato Gabrielli, e l’udienza si terrà il 12 febbraio. "Ci sono anomalie formali e sostanziali nella decisione del giudice – spiega il legale – per questo chiederemo anche ulteriori indagini. Alessandro Canullo con varie telefonate indicò il luogo in cui si trovava, una delle dipendenti del 118 ha ammesso di essersi angosciata per giorni per quella richiesta di aiuto, uno dei poliziotti era stato anche premiato per aver soccorso un’anziana sfondando la porta e avrebbe potuto farlo anche quella volta. Non mi aspettavo l’archiviazione dell’inchiesta. Tra l’altro, una settimana dopo i carabinieri erano andati a controllare dove fosse quella famiglia, allora qualcuno aveva dato già l’allarme". Era stata un’agenzia immobiliare, contattata per vendere un appartamento dai Canullo che poi però erano spariti. "Chiederò di riaprire le indagini – conclude l’avvocato Gabrielli –, questa storia non è ancora chiusa".

Paola Pagnanelli