In Regione per difendere l’ospedale

La decisione è stata presa nel corso di un’assemblea pubblica in cui si è discusso della carenza di personale

In Regione per difendere l’ospedale

In Regione per difendere l’ospedale

Andrà in delegazione dal presidente della Regione Francesco Acquaroli e dall’assessore alla sanità Flippo Saltamartini il comitato "Salviamo il punto di primo intervento dell’ospedale Santa Lucia di Recanati" che l’altra sera, durante l’assemblea pubblica che si è tenuta al circolo Acli San Domenico, ha ribadito l’urgenza di dotare la città di efficienti servizi sanitari come più volte promesso da chi oggi riveste un ruolo decisionale nella sanità marchigiana. Al centro dell’incontro la carenza di personale dedicato per il punto di primo intervento, tanto che spesso è il personale della Guardia medica a dare una mano e garantire il servizio.

Nel 2023 sono stati più di 7.500 gli utenti registrati, ma la carenza di personale e la mancanza di adeguate attrezzature diagnostiche per i primi interventi spesso impedisce di dare risposte. Altrettanto carente la situazione della radiologia recanatese per il poco personale, per la presenza di macchinari obsoleti e l’assenza della Tac, più volte promessa e mai giunta a destinazione. Numeri impietosi quelli dei ricoveri alle cure intermedie o alla Rsa: occupati in entrambe le strutture poco più della metà dei posti letto. "Perché portare i pazienti in strutture come Villa dei Pini o altre invece di utilizzare a pieno regime tutto il reparto? – ha chiesto il comitato – Gli ambulatori funzionano a singhiozzo e una volta al Santa Lucia era possibile eseguire anche esami endoscopici, attività che ora, invece, è stata tutta trasferita all’ospedale di Civitanova. Non è possibile fare qualche seduta anche a Recanati? La terapia del dolore in sala operatoria è stata trasferita all’ospedale di Macerata: invece è importantissimo averla a Recanati per i pazienti che ne usufruiscono e ne hanno bisogno". Quella del comitato, ha ribadito il portavoce Marco Buccetti, non è una battaglia per mantenere l’esistente, ma per migliorare e qualificare l’ospedale di comunità. Ecco allora la proposta di una chirurgia breve, come c’è stata sino al pensionamento del chirurgo Nicola Antonio Sacco: "Un servizio fondamentale dato il buono stato delle sale operatorie e gli spazi da poter utilizzare nel reparto ormai dismesso. Questo permetterebbe anche di decongestionare gli altri ospedali da cui sottrarre i piccoli interventi". Nell’incontro, che si è svolto nell’ospedale di Recanati lo scorso anno con l’assessore regionale alla sanità e i direttori generali, era stato anche discusso di poter attivare alcuni posti di hospice, dato che purtroppo quelli nelle strutture limitrofe non sono sufficienti.

Asterio Tubaldi