La notte folle del rapinatore in ciabatte. Patteggia due anni e torna in libertà

L’ex ristoratore cinquantenne tentò due colpi e ne mise a segno un terzo

La notte folle del rapinatore in ciabatte. Patteggia due anni e torna in libertà

La notte folle del rapinatore in ciabatte. Patteggia due anni e torna in libertà

Patteggia due anni e torna libero Alessandro Zecchini, l’ex ristoratore che la notte del 24 ottobre scorso, in ciabatte, tentò di mettere a segno due rapine, riuscì a compierne una, poi ingaggiò una corsa folle per non farsi fermare la polizia che alla fine lo bloccò alla Pace di Macerata. Ieri si è chiuso il processo sulla notte di delirio del 50enne. Quella sera, intorno alle 23, il maceratese si era alzato dal divano, e ancora con le ciabatte di plastica ai piedi era uscito, munito di un coltello e di un asciugamano, con cui aveva coperto la targa dell’auto.

Era andato a Piediripa, e aveva minacciato il titolare della pizzeria Borgo Antico con un coltello per prendergli l’incasso. Ma il pizzaiolo aveva reagito e lo aveva spinto via, così Zecchini era risalito in auto e si era diretto verso la costa. In un autogrill in superstrada si era fermato e aveva provato a rapinare la barista, che però si era messa a urlare e lo aveva fatto fuggire. Arrivato a Civitanova, era entrato in un kebab e qui era riuscito a prendere 150 euro dalla cassa. Intanto però la polizia si era lanciata sulle sue tracce. Lungo la provinciale, a Morrovalle, una pattuglia del commissariato lo aveva intercettato, ma lui non si era fermato all’alt e, correndo come un pazzo e invadendo anche l’altra corsia di marcia, era corso via fino a Macerata. Alla Pace finalmente, dopo che aveva urtato la vettura della polizia, era stato bloccato e arrestato. Già nell’udienza di convalida, il maceratese si era scusato e aveva promesso che avrebbe risarcito i danni, cosa che ha fatto con tutti tranne che con il titolare del kebab, che non ha voluto nulla. Grazie a questo però, e facendo valere le attenuanti generiche, i difensori, gli avvocati Domenico Biasco e Donatello Prete, sono riusciti a concordare con la procura la pena di due anni di reclusione con la sospensione condizionale, per le due rapine tentate, la rapina commessa, il porto d’armi, la resistenza a pubblico ufficiale e il danneggiamento. Ieri, nell’udienza preliminare, il giudice Giovanni Manzoni ha anche revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari, consentendo così al 50enne di tornare in libertà.

p. p.