LORENZO MONACHESI
Cronaca

La nuova casa di Banca Macerata "Punto di riferimento per il territorio"

Riqualificata un’area industriale dismessa: taglio del nastro in contrada Acquevive lungo la Carrareccia

La nuova casa di Banca Macerata  "Punto di riferimento per il territorio"

La nuova casa di Banca Macerata "Punto di riferimento per il territorio"

di Lorenzo Monachesi

"Benvenuti a casa di Banca Macerata". Così Ferdinando Cavallini, presidente dell’istituto di credito, ha accolto i numerosi ospiti all’inaugurazione delle sede dell’istituto di credito realizzata in contrada Acquevive, dove è stata riqualificata un’area industriale dismessa senza, quindi, consumare altro suolo. Alla cerimonia i vertici dell’istituto hanno ripercorso il cammino fatto, mantenendo però lo sguardo proiettato al futuro. "Con gradualità vogliamo diventare – ha aggiunto Cavallini – la banca di riferimento che Marche, Umbria ed Abruzzo non hanno più".

Ne ha fatta di strada Banca Macerata, pensando al 2006 quando ha mosso i primi passi di un percorso che ha riservato insidie ma anche soddisfazioni. "Sono state superate – ha detto Loris Tartuferi, presidente onorario – tante difficoltà e questa giornata rappresenta un momento molto atteso. Si auspica che l’attuale fase di soddisfazione possa divenire il punto di partenza di un circolo virtuoso che potrebbe essere avviato tra la banca e le forze economiche locali, fino ad ora rimaste nel complesso alquanto indifferenti e sostanzialmente estranee alla nuova realtà". Cavallini ha dato qualche numero: "È stata superata la soglia dei 500 milioni di euro di raccolta diretta e quella di un miliardo di euro di mezzi amministrati. I crediti erogati sono ora quasi 350 milioni, di cui solo il 3,76% sono quelli deteriorati lordi. Dati che lasciano tranquilli e determinano la crescente fiducia che ogni giorno percepiamo sempre più da clienti e dalla comunità". È una banca che dà lavoro a circa 100 persone fra dipendenti e collaboratori, che retribuisce con emolumenti pari ad oltre 3,5 milioni di euro netti annui; che finanzia attività sportive, culturali, sociali e nel campo sanitario per oltre 300mila euro annui; che affida contratti di lavori e manutenzioni varie a ditte locali per oltre un milione di euro l’anno. Durante la cerimonia è stata più volte ripetuta la parola "casa". "Questo – sottolineato Toni Guardiani, direttore generale di Banca Macerata – è un momento che aspettavamo con trepidazione da tanto tempo; è un evento che per noi rappresenta un sogno che si realizza".

Da anni i vertici dell’istituto di credito avevano avvertito l’esigenza di dotarsi di una sede sociale, nel marzo 2021 è stato rilasciato il permesso a costruire. "A fine maggio – ricorda Cavallini – sono iniziati i lavori appaltati all’impresa Restedil di Enrico Crucianelli – che sono terminati, quanto all’edificio, il 31 gennaio scorso e, per quel che concerne le parti esterne, a fine marzo". L’investimento è stato di 8 milioni. "È una costruzione – ha detto Alessandro Giuricin, ingegnere progettazione integrata Mastersuite srl – a impatto ambientale zero, che sfrutta l’energia prodotta". "Questa sede – ha spiegato il progettista architettonico Mauro Gastreghini – si sposa benissimo con l’ambiente, presenta ampie vetrate che guardano l’esterno e permettono al territorio di entrare dentro l’istituto per un dialogo costante. Per la sede abbiamo interpretato in chiave contemporanea le vecchie cascine che si trovano nelle nostre campagne".

Banca e territorio sono un binomio indissolubile. "È nostra intenzione – ha detto Cavallini – essere presenti nella zona, fornire servizi bancari pure in quei posti sempre più oggetto di abbandono da parte di banche di altre dimensioni". Anche su questo aspetto si è soffermato il sindaco Sandro Parcaroli. "Banca Macerata – ha detto – sta facendo tantissimo per questa terra dove apre filiali in quei paesi lasciati senza sportelli da altri istituti. La sede è poi bellissima e mette chiunque a proprio agio". Il vescovo Nazzareno Marconi ha detto due parole prima della benedizione dei locali: "Nell’epoca della globalità c’è posto per il locale dove lavora bene anche chi è più piccolo, chi opera a contatto con la gente, con i territori".