"La patente a crediti solo per l’edilizia: scelta sbagliata e poco efficace"

Crucianelli di Ance: anche nell’industria rischi alti, basta con i subappalti a cascata

"La patente a crediti solo per l’edilizia:  scelta sbagliata e poco efficace"

"La patente a crediti solo per l’edilizia: scelta sbagliata e poco efficace"

"Invece che un intervento di pancia, sarebbe stata opportuna una maggiore concertazione su una materia così delicata e importante. Non si tiene conto di molti aspetti, e per giunta non si capisce perché la patente a crediti debba riguardare solo l’edilizia e non anche l’industria, settore altrettanto rischioso". L’architetto Enrico Crucianelli, presidente provinciale dell’associazione degli imprenditori edili Ance, non è affatto entusiasta delle riforme annunciate dal governo nel settore, che in provincia occupa circa 30mila addetti. "La premessa doverosa è che per ora non conosciamo il testo del decreto, ma solo le anticipazioni di stampa. Detto questo, credo che il metodo non sia corretto: invece di un intervento sull’onda dell’emozione, sarebbe stato opportuno ascoltare le parti sociali, le associazioni datoriali e sindacali su un argomento di così ampia portata e rilevanza. L’intervento, per come annunciato, non sembra funzionale. Il cantiere ha una sua complessità, perché vi operano addetti con formazioni e contratti diversi, edili e metalmeccanici ad esempio. Per questo auspichiamo da sempre il contratto di cantiere, per uniformare la formazione sulla sicurezza di tutti coloro che operano in questo ambito, perché tutti conoscano i rischi connessi all’attività del cantiere". Oltre a questo, rileva l’architetto Crucianelli, il provvedimento "non tiene conto di caratteristiche importanti come la storicità, la struttura e le qualificazioni di un’impresa edile. E invece dovrebbe, non si possono considerare allo stesso modo le imprese storicizzate e quelle improvvisate". Un fattore che contribuisce a ridurre i livelli di sicurezza sarebbe anche la necessità di rispettare i tempi, come sarebbe accaduto anche a Firenze. "Questo è un problema che si presenta spesso con gli appalti del Pnrr. Serve una programmazione equilibrata dei tempi di esecuzione, evitando di comprimerli in modo eccessivo, come purtroppo in alcuni casi avviene. Un’altra questione rilevante è quella del subappalto a cascata. Da sempre diciamo che non può essere consentito, perché la ditta appaltatrice perde il controllo della filiera, e invece oggi tra privati è ammesso che il subappaltatore a sua volta subappalti i lavori". Va detto che le criticità dell’edilizia sotto il profilo della sicurezza sono note e confermate dai controlli. "Ma noi siamo i primi a chiedere maggiori ispezioni, che fanno emergere sia le ditte irregolari che quelle virtuose. Regole e sanzioni ci sono, anche per questo non serviva un intervento di pancia. E tra l’altro, non si capisce perché la patente serva solo per l’edilizia e non anche per l’industria, altrettanto a rischio per la sicurezza".

Paola Pagnanelli