"La prova orale del concorso a Reggio Calabria"

Giacomo Pieroni, insegnante precario da tre anni, denuncia le difficoltà del sistema di reclutamento docenti e i costi elevati per ottenere i titoli abilitanti. Chiede una maggiore stabilità e riduzione del precariato per garantire continuità nel servizio agli studenti.

"Sono precario da tre anni, mia moglie da sette, entrambi impegnati in tutti i modi per poter entrare in ruolo", afferma Giacomo Pieroni, insegnante di sostegno di Camerino. "È necessario stabilizzare i docenti e ridurre il precariato – prosegue – anche attraverso la proroga dell’ex articolo 59, garantendo allo studente una continuità del servizio che spesso adesso non c’è". Pieroni, però, evidenzia come l’attuale sistema di reclutamento presenti tante criticità, a partire dal fatto che per ottenere i titoli abilitanti (in particolare i Tfa - Tirocino formativo attivo, corso universitario annuale - e i Cfu, i crediti formativi) si assiste ad un "vero e proprio mercato". "Io e mia moglie abbiamo frequentato per il sostegno due Tfa a testa, uno per la scuola secondaria di primo grado e uno per la scuola secondaria di secondo grado. Tutti sanno quanto costa un Tfa, poco meno di tremila euro. Ad oggi, quindi, abbiamo sostenuto una spesa di circa 11mila euro. Ma siamo ancora nella precarietà". Condizione per superare la quale Pieroni sta facendo anche il concorso ordinario, ma con una "sorpresa" che comporterà ulteriori oneri a suo carico.

"Devo fare la prova orale. Ma dovrò farla a Reggio Calabria, non proprio dietro l’angolo, dove dovrò fermarmi alcuni giorni, con ovvi costi sia per il viaggio che per la permanenza in città. Questo perché in base ai posti sono state accorpate diverse regioni, le Marche sono finite nel gruppo in cui c’è anche la Calabria, che è regione capofila e, dunque, lì ci si deve trasferire per sostenere la prova". Per carità, è giusto che ci sia una selezione meritocratica, ma è anche vero che non si può condannare le persone alla precarietà. "Anche perché – evidenzia Pieroni – c’è una grande necessità di insegnanti di sostegno. E, dunque, non si capisce perché ogni anno si deve essere costretti ad attendere la chiamata e, magari, cambiare ogni anno sede e studente da seguire".

f. v.