La scuola della precarietà: "In due anni 7.500 euro di spese per i concorsi"

Domani mattina l’assemblea della Cgil all’Ite: "La situazione è insostenibile". La storia di un’insegnante: "Fino a cento chilometri al giorno per le supplenze".

La scuola della precarietà: "In due anni 7.500 euro di spese per i concorsi"

La scuola della precarietà: "In due anni 7.500 euro di spese per i concorsi"

Senza i precari la scuola non potrebbe funzionare. Eppure, invece di procedere alla loro stabilizzazione si continua con un modo di fare che lede la dignità di questi lavoratori, senza considerare le ricadute che tutto questo comporta nell’organizzazione dell’attività didattica. Questo il tema al centro dell’assemblea sindacale indetta dalla Cgil per domani, dalle 11 alle 13, nell’aula magna dell’Ite Gentili di Macerata. "Il precariato nelle scuole è un problema decennale che non trova soluzione nelle scelte dei governi e che è ormai diventato insostenibile. Come nel resto d’Italia, anche nella nostra provincia i numeri parlano chiaro: sono moltissime le scuole che possono assicurare il servizio solo grazie alla presenza di personale precario. Tanti sono i plessi che hanno un organico con percentuali altissime di docenti e personale Ata precari", sottolinea Ivan Di Pierro, segretario provinciale della Flc Cgil. "Cifre di grande rilievo che non solo incidono sulla gestione del servizio scolastico, ma anche sull’economia del territorio inficiando il potere di acquisto di molte famiglie". La Cgil evidenzia come oggi i docenti precari sono continuamente chiamati a rincorrere politiche che cambiano profondamente da un ministro all’altro. Nel giro di pochi anni le modalità di accesso all’insegnamento hanno subito trasformazioni radicali, costringendo gli insegnanti a inseguire regole che prevedono anche un notevole dispendio economico. "Basti pensare alle diverse procedure concorsuali e alle modalità di accesso alle ormai famose Gps (Graduatorie provinciali per le supplenze), per finire ai nuovi percorsi abilitanti che, oltre a ritardi infiniti da parte del Ministero, hanno dei costi insostenibili per i docenti, costretti a scalare graduatorie a suon di titoli da acquisire per non restare indietro e rischiare di non essere convocati".

"Ho fatto tre concorsi e negli ultimi due anni ho speso 7.500 euro per i percorsi abilitanti, sia per le mie discipline, le Stem, quelle dell’area scientifica, che per poter accedere a un posto da insegnante di sostegno", afferma C. S., che ha sulle spalle otto anni di precarietà. "Ho iniziato con supplenze anche molto lontano da casa, percorrendo anche 100 chilometri al giorno e ho sviluppato una grande esperienza che, però, nell’attuale sistema di reclutamento, conta poco o nulla. Tra non molto dovrò sostenere la prova orale per il sostegno a Reggio Calabria, poiché le regioni sono state accorpate in base al maggiore o minore numero di posti disponibili. Io andrò, mettendo in conto una ulteriore spesa, ma ci sono colleghi che non lo faranno, visto che – da precari – non riescono a sostenere questi costi".

"Da sempre siamo contrari a questo sistema e lottiamo quotidianamente per la stabilità del personale che, oltre a garantire un benessere socio-economico degli insegnanti, è anche il modo migliore per garantire la continuità didattica", conclude Di Pierro. Insieme a lui, all’assemblea di domani parteciperanno Manuela Pascarella, del Centro nazionale Flc – Cgil e Serena Cavalletti, candidata al Cspi (Consiglio superiore della pubblica istruzione).