L’appello in vista di San Valentino: "Meglio i nostri fiori a chilometri zero"

Gardoni (Coldiretti): determinati prodotti non dovrebbero entrare in Europa

Per San Valentino un italiano su due regala un bouquet di fiori: l’invito degli addetti ai lavori è quello di scegliere aziende florovivaistiche marchigiane. Il settore vede al lavoro circa 1.300 addetti in oltre mille ettari. Le aziende spesso incontrano i consumatori in sede o nei mercati agricoli di Campagna amica dove non mancano stand con piantine a chilometro zero, che offrono anche la garanzia di essere al riparo da prodotti ottenuti con l’utilizzo di prodotti fitosanitari nocivi e vietati e con lo sfruttamento della manodopera, come nel caso delle rose dal Kenya per il lavoro sottopagato e senza diritti, o i fiori dalla Colombia dove ad essere penalizzate sul lavoro sono le donne. "Determinati prodotti non dovrebbero entrare in Ue, secondo il principio di reciprocità che anima da anni la nostra azione politico sindacale – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – lo abbiamo dimostrato nel corso del tempo, ad esempio, con la nostra contrarietà ad accordi di libero scambio come il Ceta con il Canada che rischiava di inondare il mercato di grano duro al glifosate, proibito in Italia, e al Mercosur con i paesi sudamericani". Il consiglio è, dunque, di acquistare fiori e piante assicurandosi dell’origine nazionale meglio direttamente dal produttore o nei mercati contadini.