L’esempio del Maestro Gaggegi, grande difensore della libertà

Il protagonista della vita cittadina del primo ’900 è stato una figura chiave dell’antifascismo.

L’esempio del Maestro Gaggegi, grande difensore della libertà

L’esempio del Maestro Gaggegi, grande difensore della libertà

La poliedrica figura del Maestro Giuseppe Gaggegi, che ha insegnato a suo tempo ai ragazzi di tutta Civitanova, quando Piazza XX Settembre si chiamava “Piazza Scalo“, ha contrassegnato la storia civitanovese del primo Novecento ed ha contribuito – con la sua attività clandestina antifascista – a portare in salvo da Numana verso Termoli (già liberata dai nazifascisti) anche 18 persone di famiglie ebraiche, tra cui i componenti del generale Ettore Ascoli, con parenti civitanovesi, che in base alle leggi razziali del 1938 era stato destituito dal proprio ruolo militare e messo a riposo. Si è poi arruolato con i partigiani a Cingoli, dove perse la vita. A Bologna gli è stata intitolata una via.

La persecuzione razziale a Civitanova colpì anche l’insegnante Gina Cingoli, che si salvò col marito ed il figlio, rifugiandosi in una località di montagna del Piemonte. Tutto ciò è stato narrato nel “Giorno della Memoria“ nel corso dell’interessante e partecipata conferenza del prof Pier Luigi Cavalieri (storico), affiancato da Amedeo Regini, tenutasi nella nuova centrale sede dell’Anpi (in via Mandela 6), vicino al Liceo Scientifico, nella Palazzina dove opera la Farmacia Comunale. L’incontro è stato aperto dal presidente dell’Anpi Francesco Peroni, presenti – tra gli altri – il consigliere comunale Mirella Paglialunga, l’ex assessore provinciale Carla Monachesi, l’ex assessore ai lavori pubblici Angelo Formica (presidente attuale della Società Operaia), Giorgio Berdini, per molti anni capogruppo Pd a Palazzo Sforza, Silvano ed Alessandro Mecozzi, figli del partigiano Pietro, Maria Grazia Pierluca.

Cavalieri ha ricordato – dapprima – la storia di Gaggegi, che è stato un mazziniano di ferro, "interventista" nella Prima guerra mondiale, infine "azionista". Prese parte addirittura alla seconda spedizione internazionale in Cina contro la rivolta dei Boxer. Tenne testa al fascismo in ascesa nei “contraddittori“ pubblici, ma venne ostracizzato con l’espulsione dall’insegnamento. La sua casa zeppa di libri venne messa a soqquadro con una qualche somministrazione di olio di ricino. Cavalieri ha ricordato anche un "inedito": Gaggegi dal 1913 e per alcuni anni ha diretto un quindicinale repubblicano “La Parola del Popolo“ (Corso Garibaldi, 12). Successivamente Gaggegi è stato al fianco di Giovanni Conti di Montegranaro, vice-presidente della Costituente e fondatore a Roma del quotidiano “La Voce Repubblicana“. Amedeo Regini ha riferito le sue ultime indagini storiche sui pescatori Mariano Beruschi, Giuseppe Beruschi e Leone Bigoni che con gli scafi “Filippo Corridoni“ e “Amedeo Gasparroni“ subito oltre Chienti imbarcavano di notte dopo l’8 settembre ex prigionieri scappati dai campi di concentramento di Servigliano, Monte Urano per portali al sud, nelle zone liberate. Ad organizzare questi rocamboleschi imbarchi notturni tra i marosi provvedevano Gaggegi, Alcide Silenzi, Pietro Mecozzi e altri. Una pagina di storia tutta da studiare attentamente e tramandare.

Ennio Ercoli