L’ora di religione a scuola. In crescita il numero di alunni che dice no: "Seimila in provincia"

La rilevazione dell’Uaar sulla base dei dati del ministero dell’Istruzione. Nel Maceratese si rifiuta il 14,57% degli studenti, nelle Marche il 14,19%.

L’ora di religione a scuola. In crescita il numero di alunni che dice no: "Seimila in provincia"

L’ora di religione a scuola. In crescita il numero di alunni che dice no: "Seimila in provincia"

Sono sempre di più gli studenti delle scuole pubbliche di ogni ordine e grado che dicono no all’ora di religione cattolica, quelli cioè che – nel gergo delle norme – decidono di non avvalersi di questo insegnamento. È quanto emerge da una rilevazione effettuata dall’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti (Uaar) che ha elaborato dati resi disponibili dal ministero dell’Istruzione, riferiti all’anno scolastico 2022-2023. Si tratta di una tendenza che accomuna un po’ tutte le regioni d’Italia e che non risparmia neanche il nostro territorio. In provincia di Macerata gli alunni che hanno scelto di non fare religione sono 5.917, pari al 14,57% del totale, una percentuale di poco superiore alla media delle Marche (14,19%), inferiore a quelle più alte che si registrano in provincia di Pesaro-Urbino (16,09%) e in provincia di Fermo (15,31%), ma superiore a quella delle province di Ancona (14,55%) e Ascoli (8,64%). Dentro questo valore medio, i dati in dettaglio offrono un panorama molto articolato della realtà maceratese, con picchi al rialzo e al ribasso, tra un comune e un altro, ma anche nell’ambito dello stesso comune, non solo tra un ordine di scuola e un altro, ma anche all’interno dello stesso ordine. Il valore più alto è quello che emerge nella scuola dell’infanzia "Carlo Alberto Dalla Chiesa" di Monte San Giusto: sono 37 su 64, il 57,8% i bambini che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica. Quello più basso, invece, si registra nella primaria Don Milani di Civitanova, dove solo 2 su 112, l’1,79%, hanno detto no, mentre alla "Arnaldo Giuliani" dello stesso comune si registra una percentuale del 36,84%. A Macerata il picco riguarda la scuola dell’infanzia "Matteo Ricci", con il 48,84%. C’è poi il caso della scuola dell’infanzia "Montessori" dove tutti fanno religione. Quanto alle scuole medie, da segnalare il 40% di quella di Urbisaglia, dove però all’infanzia il valore scende al 4,76%. Quanto alle superiori, i numeri più alti di studenti che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica si trovano negli istituti professionali (39,33% al Bonifazi di Civitanova, 35,8% al Corridoni di Corridonia, tanto per citare due casi), mentre scendono negli istituti tecnici (14,57% al Divini di San Severino, 12,01% al Mattei di Recanati) e, ancor più, nei licei (5,34% a Leopardi di Recanati, 5,45% al Filelfo di Tolentino, 6,81% al Classico e 7,61 allo Scientifico di Macerata).

Da notare che nei centri maggiori le percentuali più alte riguardano la scuola dell’infanzia e la primaria, ma si concentrano solo in alcuni plessi, difficile dire se per una questione di residenza o altri motivi. Il numero di chi non fa religione già in calo da tempo, si è accentuato negli ultimi anni in rapporto alla presenza nelle scuole di figli di famiglie di immigrati che professano un altro culto (islamico, buddista, ma non solo). A livello nazionale, nell’anno scolastico 2022-2023 gli studenti che hanno deciso di non fare religione sono stati 1.096.846, circa 82mila in più rispetto a quelli del 2020-21, quando erano 1.014.841.