Marchesini, notaio amante dei viaggi e della musica

L’Alam ne ha tracciato le innumerevoli virtù in occasione dei 70 anni dalla morte. Nel suo testamento dispose lasciti per la biblioteca e per creare un ente benefico.

Marchesini, notaio amante dei viaggi e della musica

Marchesini, notaio amante dei viaggi e della musica

Notaio e a lungo presidente del Consiglio notarile di Macerata, apprezzato cultore della storia medievale e di temi risorgimentali, appassionato viaggiatore, grande amante della musica, nonché paladino della pratica bandistica e infine benefattore. Questo è stato il maceratese Augusto Marchesini (1873-1954), al quale, in occasione dei 70 anni dalla morte, l’Alam (Associazione laureati ateneo maceratese) ha dedicato un convegno nella rinnovata sede universitaria di Piazza Strambi. "L’iniziativa – ha ricordato in apertura la professoressa Daniela Gasparrini, presidente dell’associazione – si inserisce nell’opera di riscoperta e valorizzazione di coloro che, laureatisi in un passato ormai remoto all’università maceratese, con la loro vita e la loro professione hanno dato lustro all’ateneo e alla città".

Augusto Marchesini conseguì la laurea in Giurisprudenza nel 1895, ma non pensò subito né all’avvocatura, né al notariato, cui ebbe accesso nel 1904, diventandone presto un riconosciuto “Maestro”. I suoi primi interessi spaziarono tra le questioni economiche e l’archivistica, cui si appassionò nel seguire le lezioni di paleografia del professor Lodovico Zdekauer, cui faceva capo la scuola archivistica maceratese. Non a caso a tracciare un ampio e documentato profilo di Augusto Marchesini è stata la professoressa Rosa Marisa Borraccini, già docente di Scienze del libro e delle biblioteche, nonché attuale ispettore onorario della Soprintendenza archivistica delle Marche. Fu lei anni fa a promuovere, con un finanziamento dell’ateneo, l’avvio di ricerche documentarie sul notaio Marchesini, poi condotte dal professor Mirko Grasso. Egli ha ricomposto il “grande puzzle” della vita di Augusto Marchesini, ora confluito nel libro, edito da Eum, “Dal Regno d’Italia alla Repubblica”. Un titolo emblematico della vita del notaio, il quale si formò nell’Italia umbertina, si affermò professionalmente in quella giolittiana, per operare poi in quella fascista e nei primi anni di quella repubblicana. "In questi passaggi – ha ricordato Marisa Borraccini – il filo rosso mai spezzato della continuità è rappresentato dalla profonda convinzione in Augusto Marchesini del valore etico e sociale della funzione notarile. Un principio a cui il notaio non venne mai meno". Grasso ha riferito numerosi aneddoti legati al carattere spigoloso di Marchesini e alle sue molteplici passioni. Tra l’altro, dal 1895 al 1923, fu corrispondente da Macerata per il Corriere della Sera, dove scrisse numerosi articoli in occasione della “Esposizione regionale marchigiana” del 1905. Nel suo testamento Marchesini dispose dei lasciti alla biblioteca Mozzi-Borgetti, al Museo marchigiano del Risorgimento di Macerata ed un altro, di ben 300 milioni di lire, per la creazione di un ente benefico che si occupasse della formazione musicale di giovani del territorio. Ente poi trasformato nell’attuale “Fondazione notaio Augusto Marchesini”, che continua ad operare nel rispetto delle volontà testamentarie. Al convegno sono intervenuti anche il presidente della Fondazione, l’avvocato Paolo Micozzi, e il professor Marcello La Matina, che ha portato ai presenti il saluto del rettore John McCourt.

a. f.