Minaccia di morte la moglie, condannato a 3 anni

Un 31enne dopo averla maltrattata aveva tentato di suicidarsi, poi era arrivato a puntarle una pistola alla tempia con la figlia in casa

Minaccia di morte la moglie, condannato a 3 anni

Minaccia di morte la moglie, condannato a 3 anni

Insulti, botte, minacce di uccidere la moglie se non fosse tornata con lui, o di uccidere se stesso, arrivando a puntarle contro una pistola di fronte alla figlia piccola disperata. Per questo un muratore 31enne è stato condannato a tre anni di reclusione, per maltrattamenti in famiglia. I fatti erano iniziati dal 2012 a Montecassiano, dove la coppia viveva. Prima c’erano state le denigrazioni, gli schiaffi, i pugni, le offese continue. A fine aprile 2023 lei aveva trovato il coraggio di farla finita, e aveva detto al marito che voleva lasciarlo. A quel punto la situazione era precipitata. Quella sera lui aveva preso un coltello da cucina e aveva minacciato di uccidersi. Lei lo aveva disarmato, ma lui aveva preso le forbici e si era chiuso nel bagno. Terrorizzata, lei era fuggita con i bambini in casa del cognato. Lui però l’aveva rintracciata, minacciando di ucciderla se non fosse tornata subito a casa. Qualche giorno dopo, le aveva scritto che si sarebbe tolto la vita se lei non rientrava. Il 17 giugno scorso, il 31enne si era presentato da lei chiedendole di parlare. Ubriaco, aveva iniziato a suonare il campanello fino a costringerla ad aprire. A quel punto aveva ripetuto che si sarebbe ucciso, poi con due pugni le aveva distrutto il televisore. Il 22 giugno ancora l’uomo si era puntato un taglierino al collo, poi dicendo che si sarebbe buttato dalla finestra. Il peggio era successo qualche giorno dopo. Passato con la scusa di portare la figlia piccola a fare una gita, aveva fatto irruzione in casa e aveva puntato una pistola al fianco della moglie, spingendola in camera. Qui le aveva messo l’arma contro la tempia, ordinandole di seguirlo a casa sennò avrebbe ucciso lei, poi si sarebbe ucciso lui. Era entrata la bimba, che aveva iniziato a piangere. La mamma l’aveva presa in braccio tentando di uscire in terrazza, ma lui l’aveva trattenuta per la maglia facendo cadere entrambe. Mamma e figlia però erano riuscite ad aprire la finestra e avevano urlato chiedendo aiuto. E poco dopo erano arrivati i carabinieri. L’arma era una pistola da soft air, ma senza tappo rosso più che sufficiente a terrorizzare la moglie e i figli. Ieri per l’uomo si è tenuto il processo con il rito abbreviato. Il pm Buccini ha chiesto la condanna a quattro anni e due mesi. L’avvocato difensore Emanuele Senesi ha provato a ricondurre i fatti nel disagio per la separazione. Ma l’avvocato Patrizia Palmieri, parte civile per la donna, ha ribadito che i maltrattamenti erano iniziati anni prima, per quelli la moglie lo aveva lasciato. Il giudice Daniela Bellesi ha condiviso la ricostruzione dell’accusa e ha condannato l’imputato alla pena di tre anni.

Paola Pagnanelli