CHIARA MARINELLI
Cronaca

Minaccia la ex con la benzina, condannato

Pedinamenti, aggressioni, insulti: per anni una donna aveva subito le vessazioni di un 29enne. Ora lui dovrà scontare due anni e due mesi

Il tribunale di Macerata

Il tribunale di Macerata

Appostamenti, un inseguimento con l’auto, insulti e minacce alla ex: era persino entrato nel negozio di scarpe dove si trovava la donna con una tanica di benzina in mano, minacciando di dare fuoco a tutto. Per questo, accusato di stalking, lesioni, danneggiamento e violenza privata, è stato condannato a due anni e due mesi di reclusione un albanese di 29 anni.

I fatti erano avvenuti in due centri dell’alto maceratese dal 2022 fino ad aprile 2023. L’uomo aveva molestato e minacciato la sua ex, una 41enne, con la quale era stato legato sentimentalmente per un periodo, provocandole ansia e paura. Quando lei aveva chiuso la relazione, lui aveva iniziato a pedinarla, seguendo regolarmente i suoi spostamenti, avvicinandosi alla sua casa e ai luoghi da lei abitualmente frequentati. In una occasione, le aveva strappato il cellulare dalle mani per vedere la lista delle chiamate e telefonare ad alcuni dei contatti, per capire i rapporti tra loro e la sua ex. A dicembre 2022, dopo averla trovata in un centro commerciale, le si era avvicinato, strappandole lo zaino e rubandole il portafoglio. Nel febbraio 2023, nelle vicinanze di un pub, aveva minacciato la donna di renderle la vita un inferno e le aveva versato la birra sul volto.

Ma l’episodio più allarmante c’era stato a gennaio 2023, quando l’albanese si era introdotto in un negozio di scarpe insultando la sua ex e lanciandole addosso un oggetto. Poi era uscito e rientrato con una tanica di benzina, minacciando i presenti di dar fuoco al locale. Diversi pure gli episodi di pedinamenti in auto, spesso con manovre pericolose. Il 25 aprile 2023, ad esempio, aveva seguito la donna urtando l’auto di lei per tre volte. La 41enne aveva riportato un trauma cervicale e la sua macchina, di proprietà del padre, era rimasta danneggiata, con uno sportello deformato dall’urto. Alla fine lui la aveva costretta a fermarsi, aveva aperto lo sportello e le aveva strappato dalle mani il telefono, per impedirle di chiamare i genitori. Soltanto due giorni prima l’aveva afferrata per i capelli, strappandole una sciarpa che aveva addosso e sottraendole il cellulare, scagliandolo poi a terra e distruggendolo.

Ieri per lui si è ciuso il processo in tribunale a Macerata. Come chiesto dal pm Stefano Lanari, l’uomo, difeso dall’avvocato Emanuele Salsedo, è stato condannato a due anni e due mesi di reclusione. La vittima era parte civile con l’avvocato Paola Castellani.

Chiara Marinelli