"Molestie alla figlia dell’amica". Commerciante finisce a processo

Con la scusa di un rito anti-iella, avrebbe tentato un approccio sessuale

"Molestie alla figlia dell’amica". Commerciante finisce a processo

"Molestie alla figlia dell’amica". Commerciante finisce a processo

Accusato di aver approfittato della figlia di un’amica, per palpeggiarla con la scusa di farle un rito anti-iella, è sotto processo un commerciante maceratese 61enne. Il fatto sarebbe avvenuto nel settembre del 2019, e a raccontarlo ieri in tribunale è stata la presunta vittima, una trentenne maceratese. La giovane donna, che conosceva l’imputato in quanto amico di sua madre, ha spiegato che all’epoca aveva avuto una disavventura sentimentale, e con l’uomo si era sfogata dicendo di essere molto sfortunata.

Così lui l’avrebbe convinta a incontrarsi, di sera, perché così avrebbe potuto praticarle un efficacissimo rito antimalocchio che le avrebbe evitato altre sofferenze simili. Lei avrebbe accettato, ma quando poi si erano visti, a bordo dell’auto di lui, il rito si sarebbe rivelato in un approccio tutt’altro che romantico: il commerciante le avrebbe scoperto il seno e le avrebbe messo le mani negli slip, prendendo di sorpresa la giovane che, terrorizzata, non sarebbe riuscita a fermarlo immediatamente. Poi però, alcuni mesi più tardi, lo aveva denunciato. Quando lei aveva presentato la querela, anche sua madre aveva denunciato l’uomo, dicendo che l’aveva raggirata prendendole, nel corso dei mesi precedenti, 45mila euro, e su questa denuncia è in corso un altro processo. Ieri però in tribunale anche la mamma è stata sentita come testimone, chiamata a deporre dal pm Stefania Ciccioli. E sia lei che la figlia, a domanda dell’avvocato difensore Chiara Frinconi, hanno ripetuto che avrebbero ritirato le querele entrambe, se lui avesse restituito i soldi. La madre ha anche ammesso di aver mantenuto l’amicizia fino a poco tempo fa con l’imputato, nonostante quanto sarebbe avvenuto con la figlia. Le due donne non si sono costituite parti civili, e non si erano mai presentate alle precedenti udienze. Il processo è stato dunque rinviato al 13 maggio per sentire il commerciante, che ha sempre respinto ogni accusa. Quanto al prestito, è vero che lui aveva chiesto soldi alla sua amica, che glieli aveva sempre dati, e lui in cambio le aveva firmato i documenti in cui ammetteva il debito, in vista della restituzione.