PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

"Monossido e farmaci lasciano tracce Possibile scovarli anche dopo mesi"

Il medico legale Cingolani: nelle morti collettive in ambiente chiuso l’intossicazione è la prima ipotesi. Oggi le autopsie su Angela Maria Moretti, il marito Eros e il figlio Alessandro. Sequestrata l’abitazione

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di Paola Pagnanelli

I corpi di Eros Canullo, della moglie Angela Maria Moretti e del figlio Alessandro sono apparsi in avanzato stato di decomposizione. "Ma è possibile comunque riuscire ad avere informazioni utili per riuscire a capire cosa sia accaduto in casa", spiega il medico legale Mariano Cingolani, titolare della cattedra di medicina legale all’università di Macerata.

Professore, se i corpi sono molto danneggiati è ancora possibile stabilire se ci sia stata una intossicazione da monossido di carbonio?

"Se sono rimasti tessuti molli è possibile. In genere è difficile che i muscoli, ad esempio, siano andati completamente distrutti. Qualche tessuto molle si trova e basta anche un frammento di muscolo o di organo interno, su cui si possono fare analisi dal punto di vista tossicologico. L’ossido di carbonio si cerca per prima cosa nel sangue, è quello il campione di riferimento per accertare il valore tossico o letale di quel gas. Ma se si trova in modesta quantità nel fegato o in un muscolo è comunque un dato significativo, perché non dovrebbe esserci per niente. Mi sembra che i vigili del fuoco abbiano escluso questa possibilità, perché la caldaia era all’esterno dalla casa e funzionante, tanto che è sempre rimasta accesa. Però, come dato di esperienza, le morti collettive in ambiente chiuso fanno pensare come prima ipotesi all’ossido di carbonio, vale sempre la pena cercarlo ed è una ricerca possibile".

A distanza di un paio di mesi dalla morte, è possibile anche trovare tracce di farmaci o veleni?

"I veleni particolarmente volatili, come i cianuri, non si trovano più, ma sono usati molto raramente. Le altre sostanze invece si possono cercare nel sangue, o meglio nei frammenti dei tessuti. Addirittura anche le ossa si possono usare, in indagini non tradizionali. Noi riusciamo a fare questo tipo di analisi sui denti, su matrici particolarmente degradate, sulla cute e sul sottocute; è difficile che non si trovi neppure un frammento di tessuto molle, dunque le prospettive di riuscita ci sono. Il figlio era in terapia, si possono cercare anche quel tipo di sostanze. Va indagata la causa tossica, comunque, perché non può essere un caso che tre persone siano morte contemporaneamente. Il padre era in bagno e magari si è sentito male, ma il fatto che tutti e tre siano morti nello stesso momento fa pensare a una causa comune".

La decomposizione dei corpi non compromette l’esito delle analisi?

"No, perché i farmaci si ritrovano in qualunque tessuto, basta qualche frammento di tessuto molle".

Si possono evidenziare anche i segni di una eventuale aggressione?

"Con la Tac sì, è molto complicato ma si può tentare con la diagnostica per immagini".

Un’altra ipotesi ancora: il soffocamento. Sarebbe possibile accertare se ci sia stato questo?

"Sarebbe più complesso, perché in genere quello che si vede sono i segni sul collo. Ma se la cute non c’è non si fa nulla, soffocamento e strangolamento sono piuttosto difficili da individuare anche su un cadavere recente".

L’autopsia e le analisi tossicologiche possono anche svelare come siano andate le cose, se qualcuno abbia agito sugli altri ad esempio?

"Questo è impossibile. Escludendo la madre, che era a letto malata, difficilmente si potrà dire se sia stato il padre o il figlio a fare qualcosa. Bisogna comunque immaginare un mezzo chimico, ma è impossibile dire chi lo abbia utilizzato. E a quel punto, se l’ipotesi è che si sia trattato di una decisione della famiglia, mors omnia solvit, l’interesse giudiziario potrebbe non esserci visto che comunque il responsabile sarebbe già morto".