"Nessuna concertazione sull’Inrca"

Il sindaco Calamita torna sul caso del trasferimento dei pazienti della casa di riposo: "Manovra pianificata"

"Nessuna concertazione sull’Inrca"

"Nessuna concertazione sull’Inrca"

"Inrca non concertò né tantomeno condivise alcunché, né con le parti né con i familiari degli ospiti e né tantomeno col personale della struttura". Sui pazienti da trasferire è il sindaco uscente, candidato per il secondo mandato, Mariano Calamita, a ribattere dopo le affermazioni pubbliche dell’Irnca sulla questione del trasferimento dei pazienti di Treia a Appignano, nella casa di riposo, con il conseguente spostamento degli ospiti della struttura per anziani. Una cosa che, secondo Calamita, era stata prospettata in una riunione del 6 marzo tra la dirigenza Inrca, il presidente della Fondazione Falconi e il sindaco di Appignano, a seguito di una richiesta dell’Ast di Macerata. E in quella sede le parti avevano convenuto di dover raggiungere un accordo che però era rimasto lettera morta. "Insieme al presidente della Fondazione – dice – abbiamo sin da subito manifestato le nostre perplessità circa il futuro degli ospiti della casa di riposo, ai loro familiari e ai lavoratori impiegati, e avevamo anticipato già in quell’occasione alcune contro proposte contenenti condizioni imprescindibili poi formalizzate nei giorni a venire". Ma prima ancora di trovare un accordo, era stata comunicata ufficialmente la notizia del trasferimento da parte di esponenti politici regionali e provinciali "come se tutta la manovra fosse già stata studiata, pianificata e soprattutto condivisa da tempo con tutte le parti. Tutto andava gestito, con le dovute accortezze, in una fase precedente, senza ingerenze politiche esterne per addivenire ad una soluzione che potesse garantire la continuità assistenziale degli ospiti e che potesse consentire un’adeguata sistemazione del servizio riabilitativo. Al contrario, e per l’ennesima volta, la Fondazione e il Comune sono stati portati a conoscenza di decisioni già prese e avvisati solo nella fase conclusiva, peraltro pressati dall’urgenza che a guardar bene cela la spinta di una propaganda politica personalistica a discapito di famiglie, di ospiti e di lavoratori". Calamita stigmatizza la superficialità con cui è stata affrontata la vicenda, esprimendo amarezza e rammarico, soprattutto "per la totale inerzia dell’Inrca per la ricostruzione del vecchio presidio di Appignano, aggravata dalla rinuncia a un finanziamento di 3 milioni per la ricostruzione della struttura di Appignano e dall’assenso alla revoca di ulteriori 3 milioni e 596mila euro. Se l’Inrca avesse mantenuto l’impegno di ricostruire il presidio di Appignano – conclude il sindaco – oggi non ci saremmo trovati in questa difficile situazione".

Gaia Gennaretti