"Non cancelliamo la storia nel nome di edifici nuovi"

Piano casa, appello degli architetti a Comune, professionisti e cittadini "La responsabilità è di tutti. No alle città anonime e standardizzate".

"Non cancelliamo la storia nel nome di edifici nuovi"

"Non cancelliamo la storia nel nome di edifici nuovi"

"Sebbene di questi tempi si parli sempre di più di concetti come riuso e contenimento energetico, di ecologia e recupero, al di là delle normative che spingono e incentivano la demolizione degli edifici a favore della sicurezza e dell’efficientamento energetico, dovremmo tutti fare una profonda e importante riflessione sulle nostre città e su quanto gli edifici storici in essa ci rappresentano. Gli edifici che popolano i nostri centri storici e le nostre campagne, appartenenti al periodo precedente i conflitti mondiali del secolo scorso, rappresentano un patrimonio architettonico che dovrebbe essere oggetto di tutela in quanto ci distingue e rappresenta il carattere peculiare per il quale siamo famosi nel mondo. La tradizione dell’uso del laterizio e della pietra, oramai sconosciuta alla maggior parte delle maestranze, è la nostra storia e frutto della maestranza di tanti artigiani che ci hanno trasmesso l’arte del "buon costruire". Purtroppo, sempre più numerosi sono gli interventi di totale demolizione e sostituzione con nuovi materiali e produzione di volumetrie notevolmente più grandi, perseguendo una politica di investimento che poi non corrisponde ad una concreta crescita della città, con crescente aumento di disagi per parcheggi e percorribilità dell’intera città. Oltre alla perdita totale del "genius loci" e dunque del carattere del luogo appartenente ad un ordine civile che non esiste più. Cancellare del tutto la memoria, dalla Cecchetti in primis, a tutte le abitazioni nel corso degli anni demolite, è perdita di identità, di radici e di cognizione della propria storia. Della storia della città. Infiniti sono gli esempi già realizzati nel Paese che offrono l’opportunità di dare una nuova vita alle nostre architetture. Si parla di riuso, di ecologia, di salvaguardia dell’ambiente, ma quando si parla di architettura si va nella direzione opposta senza considerare cosa comporta la demolizione in termini ambientali. La responsabilità è di tutti, architetti, ingegneri, geometri, costruttori, amministratori, singoli cittadini. Invitiamo ad una riflessione ed un appello accorato affinché resti qualcosa dei tanti edifici che purtroppo abbiamo già perso, alle nostre città sempre più anonime e standardizzate e senza più memoria".

Barbara Baiocco e Barbara Moschettoni, architetti