"Omicidio colposo". Dottoressa assolta

Nessuna disattenzione nelle cure di un 72enne: è stata assolta ieri la dottoressa Elisabetta Cucculelli, finita sotto processo con l’accusa di omicidio colposo per un episodio avvenuto il 15 ottobre del 2017. Tre mesi prima, Agostino Ciattaglia era stato accompagnato al punto di primo soccorso dell’ospedale di San Severino la mattina presto. Aveva forti dolori alla pancia, e gli era stata diagnosticata una occlusione intestinale, un codice verde dunque. Dato però che l’addome si gonfiava e i dolori aumentavano, alle 15.30 la dottoressa Cucculelli, nel frattempo entrata in servizio in ospedale, aveva disposto una radiografia. All’anziano era stato messo anche un sondino naso-gastrico, ma stava sempre peggio. Alle 20 il 72enne era stato portato a sirene spiegate a Camerino per una operazione urgente. Lungo il tragitto aveva avuto un arresto cardiaco ed era stato rianimato. Da Camerino, dopo l’operazione l’anziano era stato portato al Santo Stefano, in coma; lì aveva passato tre mesi tremendi, e infine era morto il 15 ottobre. Era partita una denuncia, nella quale la figlia del pensionato aveva descritto i fatti accaduti a San Severino: l’ipotesi dell’accusa era che la dottoressa, pur vedendo come la situazione precipitasse, avesse tardato nel sottoporre l’anziano all’intervento, rendendo così irrecuperabili le sue condizioni. Nel corso del processo però è stato sentito come testimone il primario della medicina di San Severino, Pierandrei, che aveva in cura Ciattaglia e conosceva le sue numerose patologie: il medico aveva spiegato di aver seguito l’anziano quel giorno con la collega Cucculelli, facendo tutto il possibile, ma la sue condizioni di salute erano molto delicate e c’era poco da fare; era chiaro che l’intervento sarebbe stato sempre molto rischioso per lui. Alla fine, il pm Rosanna Buccini ha chiesto comunque la condanna per la dottoressa. Alla richiesta si è associato l’avvocato Pietro Siciliano, parte civile per i familiari dell’anziano. L’avvocato Massimo Di Cola ha invece evidenziato quanto emerso dalle consulenze e dalle cartelle cliniche, ribadendo che il paziente era stato seguito e monitorato con attenzione. E alla fine il giudice Daniela Bellesi ha assolto l’imputata. La famiglia ha già avviato una causa civile con l’Asur, per il risarcimento.

Paola Pagnanelli