GIORGIO GIANNACCINI
Cronaca

Operaio muore nel sonno. Sempre al servizio degli altri

Volontario della Protezione civile, Alfonso Iovane lavorava alla Clementoni. A dare l’allarme è stata la compagna vedendo che non si svegliava.

Operaio muore nel sonno. Sempre al servizio degli altri

Operaio muore nel sonno. Sempre al servizio degli altri

L’ultima riunione a tarda sera con gli amici e colleghi della Protezione civile, e poi dritto a dormire a casa con la compagna. Ma la mattina dopo non si è più svegliato, perché vittima di un malore che non gli ha lasciato scampo. Lutto e sgomento a Potenza Picena per l’improvvisa scomparsa di Alfonso Iovane, 42 anni appena, operaio dell’azienda Clementoni di Recanati e soprattutto volontario (dal cuore d’oro) del gruppo comunale di Protezione civile. La tragedia si è consumata nella prima mattinata di ieri. Verso le 6 è stata la fidanzata, Manuela Agresti, ad accorgersi che il 42enne non dava più segni di risveglio, dopo che i due avevano dormito insieme, per tutta la notte, sul letto della loro camera. Così lei ha lanciato l’allarme. Ma per Iovane non c’è stato nulla da fare, deceduto purtroppo per cause naturali. E vista la giovane età dell’uomo, è stato disposto sul corpo il riscontro diagnostico (e cioè la così detta "autopsia non giudiziaria"), per capire meglio che tipo di male lo abbia ucciso. Per questo, la salma è stata portata all’obitorio di Civitanova dove rimarrà in attesa dell’esame autoptico che verrà svolta lunedì mattina dal medico legale, Antonio Tombolini. Solo dopo potrà essere fissato il funerale.

Intanto è forte il cordoglio a Potenza Picena, dove il 42enne abitava ed era conosciuto, oltreché benvoluto. In primis da parte dei volontari del gruppo comunale di Protezione civile, con i quali si era incontrato la sera prima. "Ci sembra tutto assurdo – dice il coordinatore Carlo Carlini –, perché ci eravamo visti alle 23 per fare il punto sul nuovo piano di Protezione civile. Proprio l’altra notte, ho scattato quest’ultima foto di lui in divisa. Alfonso era un ragazzo eccezionale, mai una parola fuori posto e di grande educazione. Ci potevi sempre fare affidamento". E c’è pure chi lo ricorda da ragazzino, quando giocava come portiere nelle giovanili della squadra di calcio locale. "Caro Alfonso – ha scritto un amico sui social –, ricordo ancora quando giocavamo a calcio insieme, le tue parate in porta, la tua timidezza e soprattutto la tua educazione. È proprio vero che se vanno sempre i più buoni".