FRANCO VEROLI
Cronaca

Pagati anche quando si vestono. Arrivano i soldi per gli infermieri: "Ma c’è chi vuole gli interessi"

Accordo in vista fra l’Ast e oltre 300 operatori sanitari, che incasseranno tra i mille e i quattromila euro. Si dà così seguito alle sentenze che impongono di retribuire il tempo impiegato per indossare e togliere la divisa.

Pagati anche quando si vestono. Arrivano i soldi per gli infermieri: "Ma c’è chi vuole gli interessi"

Pagati anche quando si vestono. Arrivano i soldi per gli infermieri: "Ma c’è chi vuole gli interessi"

L’Ast di Macerata pagherà somme variabili, mediamente tra mille e oltre quattromila euro, a oltre 300 dipendenti, soprattutto infermieri e operatori socio-sanitari, come retribuzione maturata per i tempi di vestizione e svestizione nel quinquennio 2009-2014 (l’importo complessivo si aggira attorno al milione di euro). Si tratta per lo più di infermieri e operatori socio-sanitari, per i quali la Cisl Funzione Pubblica delle Marche, che li ha patrocinati tramite l’avvocato Diomede Pantaleoni del foro di Macerata, ha raggiunto un accordo con l’Ast che nei prossimi giorni si tradurrà nella sottoscrizione di una conciliazione in sede sindacale.

Questa prevede che venga corrisposto il 98% delle somme spettanti ai lavoratori, in base a due sentenze del tribunale di Macerata, pronunciate cinque anni fa a seguito di due distinti ricorsi. Con un primo ricorso un gruppo di dipendenti, che per lo più svolgono attività articolata in turni e sono obbligati a indossare la divisa, avevano chiesto il riconoscimento del tempo di vestizione come tempo di lavoro, per 20 minuti a turno, chiedendo la condanna dell’ente (l’allora Asur Area Vasta 3) al pagamento delle differenze retributive maturate. Con la sentenza 174/2019, il giudice ha accolto il ricorso, evidenziando "il diritto dei ricorrenti alla retribuzione del tempo destinato a indossare e dismettere la divisa aziendale, nella misura di 10 minuti prima e 10 minuti dopo ciascun turno di lavoro", con condanna dell’Azienda a retribuire il tempo suddetto nel quinquennio precedente la domanda proposta. Un altro gruppo di dipendenti ha presentato poi analogo ricorso, ugualmente accolto con la sentenza 262/2019, ma con una differenza: il giudice, infatti, ha riconosciuto "il diritto dei ricorrenti alla retribuzione del tempo di vestizione ad inizio turno e di vestizione a fine turno, nella misura di 6 minuti prima e di 6 minuti dopo ciascun turno di lavoro", con condanna dell’Azienda a "corrispondere a ciascuno dei ricorrenti la retribuzione, limitatamente al quinquennio precedente la data di notifica del ricorso".

Il fatto è che nel 2015, sindacati e Area Vasta 3 sono pervenuti a un accordo in base al quale i tempi di vestizione e svestizione sono stati riconosciuti come tempo di lavoro, ma per un massimo di 12 minuti. Un accordo, però, successivo al ricorso presentato dai dipendenti, che non ha risolto il problema con riferimento al periodo precedente. E, quindi, l’allora Asur Area Vasta 3 è stata chiamata a pagare. "Complessivamente i ricorrenti sono circa 400 – afferma l’avvocato Diomede Pantaleoni – ma credo che una parte di questi, direi circa 150, non accetterà la procedura di conciliazione, visto che chiede di avere quanto gli spetta, interessi compresi". Il motivo è presto detto. "I ricorsi sui tempi di vestizione – prosegue Pantaleoni – sono stati presentati un po’ in tutte le allora Aree Vaste dell’Asur e sono stati sempre accolti. Per questo l’Asur già nel 2019 mise a disposizione le risorse necessarie per pagare. Cosa che è stata fatta nel resto della regione, ma non dall’Area Vasta 3 di Macerata, nonostante due sentenze passate in giudicato. Così dopo aver atteso alcuni anni, un parte di questi lavoratori si sono rivolti al giudice affinché fosse loro pagato quanto dovuto. Ed è comprensibile che, passati cinque anni da quando dovevano ricevere questi soldi, adesso pretendano il pagamento pieno". Pagamento che, va precisato, riguarda solo i lavoratori che hanno presentato il ricorso. La Fp Cisl Marche, però, in particolare Luca Talevi e Paola Ticani che si sono spesi a sostegno di questa vertenza, chiederanno che il riconoscimento del tempo di vestizione sia esteso a tutti gli interessati.