"Partite, anzi no: i nostri uomini tenuti in sospeso"

"Partite, anzi no:  i nostri uomini  tenuti in sospeso"

"Partite, anzi no: i nostri uomini tenuti in sospeso"

"Eravamo pronti a partire per la Romagna. Ma all’ultimo ci hanno detto di fermarci, non si partiva più. Noi avevamo già allertato i volontari, che hanno famiglia, che lavorano. Il tempo che offrono è prezioso. Che amarezza lasciarli in sospeso così". Adriano Salvucci e Sauro Salvucci (foto), rispettivamente presidente e vicepresidente dell’associazione Macerata Soccorso, raccontano i disagi degli ultimi giorni. "Venerdì siamo stati a Senigallia – spiega Sauro Salvucci –, poi ci hanno comunicato che c’era bisogno di volontari con la massima urgenza e dovevamo tenerci pronti per sabato mattina. Invece all’ultimo il contrordine dalla Regione Marche, tutto annullato. Avevamo preparato mezzi e persone, alcuni titolari di aziende avevano dato il permesso ai dipendenti, nostri volontari, di partire per andare a dare una mano. Invece, la sera precedente hanno comunicato che non se ne faceva più nulla, la decisione veniva dall’Emilia Romagna, hanno detto". Dal Maceratese erano pronti a raggiungere la popolazione romagnola i gruppi comunali di Castelraimondo, Potenza Picena, Montelupone, Porto Recanati, Cingoli, San Severino, oltre a Macerata Soccorso. "Avevano anche specificato di essere preparati all’eventualità di trascorrere una notte fuori. Ma poi hanno cambiato idea. È ridicolo, sono andati dall’Umbria e dall’Abruzzo, persino le motopompe dalla Croazia. Ma noi, che siamo i più vicini, nulla. E ancora oggi siamo in stand by".

"Se devono chiamarci solo se c’è da organizzare le corse delle bici o le sagre, allora non ha senso – lo sfogo –. È davvero complicato lavorare così. I volontari guardano i telegiornali, vedono il disastro che c’è, hanno voglia di darsi da fare ma non possono partire. Abbiamo attrezzature per fronteggiare una guerra, ma a cosa servono se non ci fanno andare? Noi siamo qui, restiamo a disposizione".

c. g.