FRANCO VEROLI
Cronaca

Piazza della Loggia, Ventrone da Mieli: "Volevano escludere il Pci dal potere"

Il prof dell’Università di Macerata protagonista sui canali Rai nella trasmissione "Passato e Presente" "La strage di cinquant’anni fa rappresenta uno dei momenti tremendi della strategia della tensione".

Piazza della Loggia, Ventrone da Mieli: "Volevano escludere il Pci dal potere"

Piazza della Loggia, Ventrone da Mieli: "Volevano escludere il Pci dal potere"

Martedì 28 maggio, alle 13.20 nella trasmissione di Rai3 "Passato e Presente" e, poi, alla sera, su Rai Storia, alle 20.30, andrà in onda un’intervista di Paolo Mieli ad Angelo Ventrone, docente di Storia contemporanea all’Università di Macerata. Non è casuale la data, né la scelta dell’intervistato: il 28 maggio 1974 è il 50esimo anniversario della strage di piazza della Loggia a Brescia, uno dei momenti più drammatici della strategia della tensione, argomento al centro di tanti e apprezzati studi del professor Ventrone. L’intervista sembra coronare anche il ciclo di sei incontri "Pagine di storia 2023-2024", organizzato dal Dipartimento di Scienze politiche, della comunicazione e delle relazioni internazionali – Cattedra di Storia contemporanea dell’Università di Macerata, che si sono svolti dal 29 marzo al 7 maggio, con l’obiettivo di mettere a fuoco la difficile e tormentata situazione del nostro paese nel secondo dopoguerra e negli anni di piombo.

Professore, cosa ci ricorda piazza della Loggia?

"Uno dei momenti tremendi della strategia della tensione al quale, nella notte fra il 3 e il 4 agosto del 1974, fece seguito l’attentato al treno Italicus. Ci ricorda il dolore delle famiglie delle vittime, di una città e di un paese, ma – soprattutto – la violenza del neofascismo, al servizio di vertici deviati dei servizi segreti italiani, di settori dell’esercito e delle forze dell’ordine, della loggia massonica P2, di servizi segreti stranieri e di circoli imprenditoriali".

Una violenza pensata e programmata. A quale scopo?

"Tenere lontano dalle stanze del potere il Partito comunista italiano. Come confermato anche nelle nostre recenti "Pagine di storia", che hanno avuto come protagonisti personaggi di rilievo della politica e della magistratura, dopo la seconda guerra mondiale l’Italia è una sorvegliata speciale, subisce la camicia di forza della guerra fredda, un contesto in cui l’imperativo era quello di frenare in ogni modo, e ad ogni prezzo, l’avanzata dei comunisti. Obiettivo per raggiungere il quale grandi burattinai attuano la strategia della tensione attraverso i neofascisti e, poi, strumentalizzano allo stesso scopo gruppi di estrema sinistra".

Come sono state accolte le "Pagine di storia"?

"Direi piuttosto bene. C‘è stata una significativa partecipazione, molti i giovani presenti. Il quadro che è emerso ha evidenziato come la ricerca della verità sia andata molto più avanti rispetto a quanto l’opinione pubblica abbia percepito. Gli interventi, tra gli altri, di Guido Salvini, già magistrato al Tribunale di Milano, Francesco Maria Caruso, già presidente del tribunale di Bologna, Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione familiari vittime della strage di Bologna, dell’ex ministro Enzo Scotti, hanno messo ancor più in evidenzia la difficile crescita del nostro Paese".

Passata attraverso un periodo così drammatico, l’Italia è oggi diventata adulta?

"Direi di sì, ma con una accortezza. Non è più una sorvegliata speciale, è diventata una protagonista. La democrazia, però, fa passi avanti, ma anche indietro".

E l’Europa?

"Il nostro Paese è nell’Unione Europea, alle spalle della quale c’è una lunga tradizione di Stati nazionali ognuno dei quali, però, non può pensare al futuro giocando in proprio. È necessario che questa unione diventi più solida e marchi ancor più una politica comune per diventare un soggetto che unisca le diversità, condizione indispensabile per vincere positivamente la sfida del mondo globale".