FRANCO VEROLI
Cronaca

Problemi ortopedici dei bambini: "Confronto tra chi è in prima linea"

Oggi il convegno organizzato dal dipartimento di Medicina fisica e riabilitazione, diretto da Giorgio Caraffa "Vogliamo dare strumenti utili per poter distinguere tra le situazioni fisiologiche e quelle patologiche".

"L’obiettivo è fornire a chi si trova sempre in prima linea, come i pediatri e i medici di medicina generale, gli strumenti utili per fare una diagnosi differenziale tra le situazioni fisiologiche, proprie dell’accrescimento, e quelle patologiche, da approfondire. Ma anche di creare una rete sempre più fitta e concreta tra i centri di riferimento e il territorio, al fine di garantire ai bambini una presa in carico sempre più efficace". Questo il tema al centro del convegno organizzato dal dipartimento di Medicina Fisica e Riabilitazione dell’Ast 3 di Macerata, diretto da Giorgio Caraffa, in programma oggi, a partire dalle alle 8, nell’aula multimediale del museo archeologico di Treia. Un incontro dedicato all’ortopedia pediatrica, in particolare alle problematiche inerenti ai piedi del bambino.

Di che cosa stiamo parlando, dottor Caraffa?

"È stato stimato che il 90% dei bambini sotto ai tre anni e il 45% di quelli in età prescolare presenta il piede piatto, mentre solo il 15% dei bambini più grandi lo mantiene. Per ciò che riguarda le deviazioni assiali degli arti inferiori, tutti i bambini nascono con un fisiologico varismo, con un angolo femoro-tibiale di circa 10 gradi, che diventa neutro all’età di 18-24 mesi, e raggiunge il massimo grado di valgismo, circa 15 gradi, intorno ai tre-quattro anni. È una situazione generalmente a carattere transitorio, che tende a normalizzarsi spontaneamente. Riuscire a capire se si tratti di situazioni fisiologiche o che nascondono qualche patologia è molto importante. Basti dire che circa il 20% della popolazione adulta presenta una conformazione del piede riconducibile al piede piatto. E nei bambini si presentano anche altre situazioni".

Quali?

"Ad esempio la displasia dell’anca. Su questa, come pure sulle altre condizioni si può intervenire, tanto più efficacemente quanto più precoce è la diagnosi. E, infatti, il convegno, ha un fine estremamente pratico".

In che senso?

"Attraverso gli interventi di professionisti di altissimo livello e l’analisi di diversi casi clinici intendiamo fornire le indicazioni necessarie sia in ambito diagnostico che terapeutico".

Oltre a lei, quali gli esperti presenti?

"La collega Monica Sgolastra, della Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Ast 3, da molti anni referente del Centro scoliosi di Treia, Luisella Pedrotti, dell’Università di Pavia, Federica De Rosa e Carlo Origo dell’Azienda ospedaliera di Alessandria, Roberto Procaccini, direttore di Ortopedia all’ospedale di Macerata, Giovanni Rainero, dell’Ircc Don Gnocchi di Milano".