Risplende il ’Bacco Ebbro’ e nel periodo pasquale sarà esposto in pinacoteca

La direttrice Bruni: "Otto mesi di restauro, risale al 1600 ed è di un autore ignoto".

Risplende il ’Bacco Ebbro’ e nel periodo pasquale sarà esposto in pinacoteca

Risplende il ’Bacco Ebbro’ e nel periodo pasquale sarà esposto in pinacoteca

Torna a risplendere il ‘Bacco Ebbro’. Grazie ad un contributo di Atac e alla supervisione della Soprintendenza delle Marche, il dipinto del ‘600 è stato restaurato ed ora potrà essere ammirato "per tutto il periodo pasquale con le visite guidate, al primo piano della pinacoteca comunale" spiega la dottoressa Enrica Bruni, direttrice dello stesso istituto della città alta.

Quanto tempo è stato impiegato per restaurare la tela?

"Circa otto mesi. Logicamente non si è lavorato tutti i giorni e c’erano tempi tecnici da rispettare, come per l’asciugatura".

Quali tecniche sono state utilizzate?

"Si è trattato di un intervento che conserva le parti originali dell’opera consolidandola e integrando le mancanze. Nello specifico, sono state rispettate le seguenti fasi: inizialmente la pulitura, rimuovendo lo sporco e gli elementi provenienti da precedenti interventi che avevano alterato la figura originale; poi l’opera è stata rifoderata, per procedere con le stuccature, ridipingendo le parti deteriorate. Dopodiché, si è passati all’integrazione pittorica attraverso la tecnica del rigatino, cioè tratteggiando le velature, senza stravolgere il dipinto originario. Infine, è stata posizionata su un telaio per proteggerla. Le operazioni sono state compiute all’interno della pinacoteca. I due restauratori, Silvia Conte e Kevin Angelani, accreditati con la Soprintendenza, sono giovanissimi ma hanno già accumulato tanta esperienza, lavorando su opere di Lorenzo Lotto".

Qual è la storia del ‘Bacco ebbro’?

"La sua realizzazione risale al 1600, da parte di un autore ignoto: in base ad una lettura iconografica, è possibile affermare che si tratta di un artista di area marchigiana attratto dal filone caravaggesco-carraccesco. Il dipinto si trova in pinacoteca da oltre 20 anni; precedentemente, era appeso in una sala della Delegazione comunale. Nel 2010, il professor Maurizio Marini lo vide e consigliò di farlo restaurare".

Francesco Rossetti