Quattro campani accusati di aver saccheggiato una villa. L’episodio di cui sono stati chiamati a rispondere è avvenuto il 10 gennaio del 2020. Un paio di giorni dopo, un residente della zona, passando davanti alla villa, notò alcuni mobili sul piazzale davanti all’ingresso, e la sbarra aperta. Così, dopo aver dato un’occhiata, avvertì i carabinieri e i proprietari dell’immobile.
In breve, si scoprì che qualcuno aveva forzato la porta sul retro e disattivato l’impianto elettrico, mettendo fuori uso l’allarme antifurto. Poi aveva depredato la casa di arredi, quadri, candelabri, mobili e persino antichi faldoni, contenenti documenti storici della famiglia: materiale di grande valore sentimentale ma anche economico, per i proprietari.
I carabinieri avevano avviato le indagini, e così si è arrivati al quartetto di campani che, insieme, avrebbero preso di mira l’edificio, approfittando del buio della notte e del fatto che spesso i proprietari fossero altrove, in quanto residenti a Roma. Due hanno anche precedenti specifici, essendo stati già condannati per episodi analoghi. Ieri mattina in tribunale a Macerata si è aperto il processo, subito rinviato dal giudice Francesca Preziosi per sentire i primi testimoni dell’accusa, citati dal pubblico ministero Francesca D’Arienzo.
In particolare saranno ascoltati i carabinieri che fecero le indagini sul furto. Poi anche i quattro campani potranno dare la loro versione dei fatti e respingere l’accusa di essere stati loro i responsabili di quella razzia.
p. p.