
di Lorenzo Monachesi
L’amministrazione regionale guidata da Francesco Acquaroli e il sindaco Sandro Parcaroli nel mirino del Pd sulla sanità. Domani alle 9 inizierà alla Domus San Giuliano il convegno "La sanità della provincia di Macerata sarà in salute?": i lavori saranno aperti da Angelo Sciapichetti e Irene Manzi, seguiranno gli interventi di Romano Carancini, Francesco Micucci e Franco Pesaresi. I lavori saranno coordinati da Paola Castricini, mentre le conclusioni saranno di Marina Sereni, componente della segreteria nazionale Pd e responsabile sanità. "Era doveroso – ha detto in conferenza stampa Sciapichetti, segretario provinciale Pd – fare dopo due anni e mezzo di legislatura il punto sulla sanità considerando che il centrodestra ha vinto le elezioni su una serie di promesse non mantenute". Sciapichetti porta ad esempio le liste di attesa: "Ci hanno massacrato dicendo che noi nella sanità avremmo favorito il privato, ora c’è chi addirittura rinuncia a fissare un appuntamento perché non si prendono più nemmeno le prenotazioni e quindi è costretto a rivolgersi al privato".
È stato poi sottolineato il fenomeno della mobilità passiva. "Si registra – dice il consigliere regionale Carancini – una massiccia migrazione con i cittadini di tre provincie a curarsi ad Ancona e Pesaro". Carancini bacchetta il sindaco del capoluogo sul nuovo ospedale. "Parcaroli deve svegliarsi, deve chiedere tempi e risorse per la nuova struttura. L’amministrazione regionale ha scelto di abortire il progetto arrivato a metà del suo percorso, adesso non c’è ancora un bando per scegliere il progettista e non è nemmeno l’aspetto più grave. Devono dire dove prenderanno i 150-180 milioni necessari per completare i lavori, che devono essere aggiunti ai 55 milioni lasciati dalla giunta precedente". Sul tema delle strutture vengono ricordate quelle di Tolentino e Civitanova. "A Tolentino – ricorda Sciapichetti – attendono da due anni l’avvio dei lavori dell’ospedale, mentre l’ampliamento di quello civitanovese è rimasto sulla carta". Il Pd lamenta che su tanti aspetti non vengono indicati i tempi di realizzazione dei vari progetti e non sono indicate nemmeno le risorse necessarie. Ma nel mirino c’è anche il nuovo modello di riorganizzazione. "Da 4 si passa a 7 aziende in un modello sanitario che appesantisce anziché semplificare ed efficientare il sistema".