Sequestro Macerata: la verità dai tabulati dei cellulari

I telefonini dei presunti rapitori al setaccio, sotto controllo l’apparecchio del 25enne: ha chiesto denaro anche ad alcuni amici

Il 25enne inglese Sam Kourosh Demilecamps, liberato dai carabinieri dopo otto giorni

Il 25enne inglese Sam Kourosh Demilecamps, liberato dai carabinieri dopo otto giorni

Macerata, 17 ottobre 2021 - Un sequestro di persona a scopo di estorsione, come sostiene la Procura, o una sceneggiata messa su per tirare su quattro soldi, come invece ha detto uno dei presunti sequestratori? La risposta potrebbe arrivare dai telefonini dei ragazzi coinvolti nel rapimento del 25enne inglese Sam Kourosh Demilecamps. Non appena da Londra è arrivata alla Procura distrettuale antimafia di Ancona la segnalazione di un cittadino inglese tenuto in ostaggio, il cellulare del ragazzo è stato messo sotto controllo dai carabinieri del reparto operativo di Macerata e del Ros di Ancona.

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A Demilecamps i quattro presunti rapitori – i montegranaresi Ahmed Rajraji, Dona Conte e Aurora Carpani, e il sangiustese Rubens Gnaga – avevano tolto l’Iphone, ma glielo davano ogni tanto affinché chiamasse casa e chiedesse la somma necessaria per liberarlo: 7mila euro. L’inglese aveva anche potuto usare il cellulare per chiedere aiuto ad altri amici, che gli avrebbero inviato alcune somme consegnate ai sequestratori: mille euro da un ragazzo in Spagna e 500 da un altro nel Regno Unito. Dopo la sua liberazione, i carabinieri hanno messo sotto sequestro il telefono. Ovviamente la stessa cosa è stata fatta con i cellulari dei quattro arrestati. Ora con una perizia si potranno individuare messaggi e chiamate, molto utili per ricostruire come siano andate le cose nei giorni precedenti al sequestro – avvenuto il 6 ottobre a Firenze, secondo quanto denunciato dall’inglese – e anche in quelli in cui Demilecamps era nell’appartamento di Gnaga a Monte San Giusto, fino al momento dell’irruzione dei carabinieri.

Da chiarire, infine, è il ruolo di un quinto soggetto. Appena arrivato in Italia, a Bologna, a giugno, Demilecamps era stato ospite di un italiano conosciuto a Londra; nello stesso appartamento c’era anche un altro ragazzo, che a un certo punto si era spostato a Fermo, per andare nella casa dei nonni. Il britannico lo aveva seguito e si era fermato a Civitanova, e qui, grazie al fermano, aveva conosciuto Gnaga e Rajraji. Per settimane, poi, il gruppo si sarebbe perso di vista, fino a ottobre, quando il fermano avrebbe richiamato l’inglese per concordare un incontro, a Firenze. Lì sarebbero arrivati Gnaga, Rajraji e Conte, che avrebbero picchiato Demilecamps e lo avrebbero caricato in auto, per portarlo a Monte San Giusto. L’inglese ha poche informazioni sul fermano, e le ha già fornite ai carabinieri, affinché possano individuarlo e sentire la sua versione.

Dopo l’udienza di convalida – nella quale gli arrestati hanno ottenuto gli arresti domiciliari – il giudice per le indagini preliminari Giovanni Manzoni ha inviato gli atti alla Procura di Firenze, visto che il reato si sarebbe consumato in quella città. Anche la distrettuale di Ancona aveva un fascicolo aperto sulla vicenda, quindi si dovrà chiarire quale Procura proseguirà le indagini.