ENNIO ERCOLI
Cronaca

"Siamo rimasti ’cecchettari’ anche dopo i giorni tristi della chiusura"

Gustavo Postacchini ricorda i suoi 24 anni nella fabbrica metalmeccanica: "La fonderia era un passaggio obbligato"

"Siamo rimasti ’cecchettari’ anche dopo i giorni tristi della chiusura"

"Siamo rimasti ’cecchettari’ anche dopo i giorni tristi della chiusura"

"Sono già passati trent’anni dalla chiusura della storica Fabbrica metalmeccanica Cecchetti di Civitanova, avvenuta il 30 giugno 1994. Il tutto è trascorso in un battibaleno!" E’ la testimonianza diretta e commossa di Gustavo Postacchini, uno degli ultimi "cecchettari" che vi ha lavorato varcando per anni (con la tuta blu e stemma della Sgi sul petto) la sbarra dell’ingresso, posto all’altezza dell’incrocio per il santuario di San Marone. "La fabbrica fondata dal mitico Adriano Cecchetti ha garantito, anche a noi operai di fine Novecento, come a migliaia nel corso dei quasi cento anni di attività, pane e lavoro, pacchi natalizi, colonie estive per i figli a Montemonaco". "Il tempo mi ha catapultato ad ottant’anni!" – sorride Gustavo, mentre si gusta con la moglie la passeggiata pomeridiana nel centro storico di Civitanova Alta, dove abita. C’è nato ed vi ha operato lo stesso giovane Cecchetti, propostosi all’inizio – dopo il diploma al Montani di Fermo – come "fontaniere" per il Comune. Per quanti anni ha lavorato alla Cecchetti, diventata poi "Sgi Spa" di Alberto Gallinari di Reggio Emilia, ultimo gestore? "Ho lavorato alla Cecchetti esattamente per 24 anni. Quando è stata preannunciata la chiusura, con i licenziamenti graduali, è stato un brutto momento per tutti noi (specie per i più giovani), che eravamo occupati nella fabbrica per antonomasia di Civitanova e delle Marche, oserei dire. Avevamo costruito modernissimi carri ferroviari cisterna anche per i tedeschi, carri merci per le Fs, portelloni per navi. Per quanto mi riguarda mi mancava – fortunatamente – solo un anno per andare in pensione. Ho trovato un posto all’Ots (che ringrazio), operativa nella zona industriale A nel settore spedizioni, un’altra bella realtà aziendale della nostra operosa Civitanova". In quale reparto ha lavorato nella Sgi, i cui capannoni occupavano un’area di ben dieci ettari tra via Cecchetti, via Carducci e la ferrovia Civitanova-Fabriano? "Inizialmente e per 10 anni in Fonderia! Il reparto più faticoso, con temperature altissime. Chi voleva essere assunto doveva passare per quella trafila. Poi sono stato inserito in reparti meno impegnativi". La demolizione dei capannoni, però, è avvenuta successivamente alla chiusura della fabbrica nel ‘94? "Sì, il 2 giugno 2000" Ricordiamo che lo stesso ing. Ferdinando Cabassi, già in pensione, volle comunque esserci quel giorno, anche se con le lacrime agli occhi... "Anche per Cabassi, che era entrato in azienda da giovane ingegnere, passandoci tutta la vita lavorativa, è stato indubbiamente molto doloroso. Per ogni "cecchettaro" i giorni delle demolizioni sono stati giorni davvero molto tristi". Dopo l’attività lavorativa lei ha partecipato sempre alla vita sociale e politica di Civitanova con passione e garbo... "Ho sentito la partecipazione democratica alla vita pubblica, per cui mi sono impegnato come consigliere comunale, consigliere provinciale, infine anche come assessore all’urbanistica di Civitanova. Credo di aver fatto la mia parte. Però adesso, arrivato a 80 anni, mi sono...arreso!" sorride Gustavo.