Soldi spariti all’ufficio postale. Ex direttrice sotto processo

Una ex direttrice di ufficio postale a San Ginesio è accusata di peculato e falso: avrebbe sottratto denaro da un bancomat e da clienti, ma nega tutto. L'udienza preliminare è stata rinviata per completare le indagini difensive.

La ex direttrice di un ufficio postale è accusata di peculato e falso in atto pubblico: si sarebbe impossessata di 9mila euro presi dal bancomat e di 5mila euro di due clienti. Ma lei nega tutto e assicura che, all’epoca in cui sarebbero avvenuti i fatti, non era neanche al lavoro. Gli episodi finiti nel mirino della procura sarebbero avvenuti il 5 agosto e poi il 25 settembre del 2021 a San Ginesio. Nel primo caso la donna – una 51enne ora non più in servizio – utilizzando i dati anagrafici di una coppia di clienti, avrebbe attestato falsamente che i due erano andati a fare due vaglia da 2.500 euro ciascuno, somma che invece avrebbe intascato lei. Nel secondo episodio, la direttrice avrebbe registrato di aver ricaricato lo sportello automatico Atm con 105.480 euro, invece ne avrebbe messi solo 96.120 euro, tenendo 9.360 euro per sé. Alla ricarica successiva, un altro dipendente avrebbe trovato solo 8.800 euro invece di quelli che avrebbero dovuto esserci, 18.160, e così sarebbero partiti gli accertamenti. Alla fine, la ex direttrice è finita sotto accusa. Ieri in tribunale per lei si è tenuta l’udienza preliminare. Ma l’avvocato difensore Paolo Giustozzi ha chiesto un rinvio per completare le indagini difensive. La donna nega le accuse, assicurando di non aver sottratto un euro, e di non essere neppure stata in ufficio quando sarebbero avvenute le sottrazioni di denaro. Il giudice Daniela Bellesi ha accolto l’istanza e rinviato al 5 giugno l’esame della vicenda. La coppia a cui sarebbero stati sottratti i 5mila euro si costituirà parte civile con l’avvocato Andrea Tonnarelli.