PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

Tornano i tavoli all’aperto da Hab: "Ma ho perso tre mesi di lavoro"

Perini dopo la vittoria al Tar: se uno fa una critica all’amministrazione non avrà più le cose che gli spettano?

Da ieri, il Caffè Hab può tornare ad accogliere i suoi clienti anche all’aperto. Lo Sportello unico attività produttive ha infatti notificato a Paolo Perini la concessione all’utilizzo dei 25 metri quadrati davanti al locale, per un anno. Per i gestori del locale, che a gennaio si erano visti rifiutare la proroga della concessione e hanno dovuto rivolgersi al Tar per mettere due tavolini in via Gramsci, è una vittoria amara. "Sono molto dispiaciuto da questa vicenda – commenta Paolo Perini, titolare del locale –. Anche se è finita bene, resta per me un’amarezza di fondo".

Perché?

"Non è possibile dover arrivare a fare ricorso. Dopo il diniego della proroga, ho chiesto di parlare con qualcuno, con il sindaco o gli assessori, per capire le loro motivazioni, ho mandato mail e pec, ma non ho avuto risposte, non hanno voluto incontrarmi. Ma così vorrebbe dire che un cittadino o il rappresentante di una categoria non può più esprimere opinioni".

Crede che lo stop ai tavolini sia stato la conseguenza di alcune posizioni dell’Associazione commercianti che lei presiede?

"Era mio dovere fare certe riflessioni, ma sembra – non ho certezze – siano state prese malissimo. Comunque nessuno mi ha dato udienza, il che rimane un dispiacere. Mi hanno messo nella condizione di non avere uno strumento di lavoro importante, mi hanno fatto rischiare di perdere un finanziamento, mi hanno fatto perdere tre mesi operativi per ottemperare agli obblighi previsti dal finanziamento, e questo è un danno, che si sarebbe potuto ripercuotere sui dipendenti e ha provocato problemi familiari a me. Io ho dovuto spendere i miei soldi per il ricorso al Tar, che è costoso, il Comune ha dovuto spendere 9.600 euro di soldi pubblici per difendersi. E alla fine a cosa è servito? Sarebbe stato molto più semplice dialogare. A me questa storia ha causato un profondo disagio a livello personale".

Ora cosa vuole fare?

"Voglio solo poter lavorare, sperando si capisca che quello che è capitato a me poteva capitare ad altri. Al di là del colore politico, bisogna mettere in sicurezza le attività produttive, anche perché ci sono tante famiglie dietro. Ho anche la preoccupazione che possa succedere qualcos’altro, visto che nessuno mi ha chiamato".

Il Tar ha spiegato che il diniego alla sua istanza era frutto di una mutata linea politica della giunta. Lei si è messo contro la giunta?

"Non ho alcuna ostilità con la giunta, e avrei preferito evitare questa pubblicità negativa per la città. Ma non ho potuto fare altro, spendendo soldi miei e facendoli spendere al Comune, soldi pubblici che pago anche io con le tasse. Non ho mai mosso critiche politiche al Comune, ho fatto proposte. Non voglio pensare che se uno fa una critica non avrà più le cose che gli spettano".

È pronto a voltare pagina?

"Ho perso tre mesi di lavoro, dovrò spendere altri soldi per ricalibrare il progetto, ma voglio ripartire. C’è ancora tanto di cui discutere per migliorare la città, finora nessuno dei progetti annunciati in campagna elettorale è stato realizzato. Ma io sono pronto a capire cosa si può fare per migliorare Macerata".