Truffa e riciclaggio: nove a processo

Tutto nasce da un presunto raggiro da mezzo milione ai danni di una banca

Un raggiro da mezzo milione di euro ai danni di una banca, facendo arrivare i soldi fino alla California per farli sparire. Per questo sono sotto processo nove persone, accusate a vario titolo di truffa, riciclaggio e autoriciclaggio. I fatti sarebbero avvenuti tra il settembre e il novembre del 2019. Nei guai ci sono soggetti residenti a Porto Sant’Elpidio, Roma, Modica, Agrigento, Matera. La truffa sarebbe stata attuata, per l’accusa, da due elpidiensi, amministratori di una società con sede a Teramo. Uno dei soci aveva ottenuto dalla Banca di credito cooperativo dell’Adriatico Teramano l’apertura di un rapporto al dopo incasso, per tre disposizioni di pagamento a carico di una società tedesca già estinta. Uscito questo socio dalla società, i due elpidiensi avrebbero stipulato un falso contratto tra la loro ditta e la direttrice della filiale di Mosciano Sant’Angelo, presentando tramite home banking i tre addebiti aziendali da 250mila euro ciascuno a carico della ditta tedesca. Troppo tardi la banca si sarebbe accorta dell’errore, quando ormai due addebiti, per 500mila euro, erano andati alla società. I due poi avrebbero commesso l’autoriciclaggio, perché tramite il personale della banca avrebbero fatto una serie di bonifici a società e soggetti diversi, facendo così sparire il mezzo milione appena incassato. Questi soggetti diversi avrebbero poi fatto transitare i soldi su altri conti e società, per restituirli infine già ripuliti ai due elpidiensi. In particolare, 150mila euro sarebbero stati inviati a una società immobiliare di Macerata, da dove un complice li avrebbe poi dirottati in California e a San Marino. Da qui le accuse ai nove indagati. Per due di loro, siciliani, gli atti sono stati stralciati per la competenza di altri tribunali. Per i restanti sette ieri era prevista l’udienza preliminare. Ma l’udienza è slittata per un difetto di notifica. In aula era presente l’avvocato Renato Coltorti, per alcuni indagati. La Bcc dell’Adriatico Teramano, che non ha mai rivisto i suoi 500mila euro, si costituirà parte civile.