Una camminata archeologica nei luoghi feriti dal sisma

Un'iniziativa degli Archeoclub del maceratese porta turismo e cultura nei borghi colpiti dal terremoto, con l'idea di candidare il centro Italia a capitale europea della cultura nel 2033.

Una camminata archeologica nei luoghi feriti dal sisma

Una camminata archeologica nei luoghi feriti dal sisma

Una camminata archeologiche, di borgo in borgo, per riscoprire i centri feriti dal terremoto. È stata questa l’iniziativa degli Archeoclub del maceratese fra Castel Santa Maria di Castelraimondo e i castelli di Pitino e Serralta a San Severino. Turismo e cultura, dunque, per rilanciare il cratere, tant’è che una proposta arriva direttamente dal Censis per portare linfa al centro Italia colpito dal sisma: candidarlo a capitale europea della cultura nel 2033, quando il titolo, dopo Matera nel 2019 e Gorizia nel 2025, tornerà nuovamente in Italia. A Castel Santa Maria, frazione di 29 abitanti, le guide hanno proposto una camminata tra le strette vie concentriche di questo luogo, con vista ampia sulla valle.

Un tempo era un presidio strategico, militarmente conteso, mentre oggi è uno dei tanti centri in cui il terremoto ha lasciato segni tangibili. La chiesetta in piazza resta inagibile e una famosa tela di Giovanni Boccati, lì custodita, si trova adesso nel Museo dell’arte recuperata a San Severino. Per quanto riguarda invece il territorio settempedano la visita è stata caratterizzata da diverse tappe: castello di Carpignano, castello di Colleluce, castello di Pitino e Serralta. "Diversi luoghi del nostro entroterra sono ormai abbandonati – dice il geologo Roberto Ranciaro, presidente dell’Archeoclub di San Severino – ed è un vero peccato. Devono tornare a vivere". In particolare a Serralta c’è da recuperare la chiesa che si trova sulla piazzetta del centro, lesionata soprattutto nella facciata, mentre a Pitino è già in atto un cantiere da un milione di euro per lavori destinati al "recupero e alla valorizzazione di monumenti in area sismica".

m. g.