Una carico di aiuti: pasti caldi alle famiglie e pacchi per i profughi

Durante le festività pasquali, l'associazione Porto Recanati Solidale ha fornito aiuto alle famiglie bisognose della città e ai profughi siriani, organizzando donazioni per celebrare insieme la fine del Ramadan.

Una carico di aiuti: pasti caldi alle famiglie e pacchi per i profughi

Una carico di aiuti: pasti caldi alle famiglie e pacchi per i profughi

Sono state delle festività pasquali molto intense per i volontari dell’associazione Porto Recanati Solidale, che come sempre non hanno fatto mancare il loro aiuto tra pacchi alimentari consegnati alle famiglie indigenti della città e alcuni pasti caldi recapitati ai profughi del confine turco-siriano.

"E ora vorremmo regalare un giorno di festa per la fine del Ramadan alle famiglie che seguiamo a Kilis – fa sapere Giampiero Cappetti, presidente del sodalizio portorecanatese –. Solitamente in questa ricorrenza, che cade il 9 aprile, si ritorna a mangiare di giorno con un pasto a base di carne (agnello o manzo) e alcuni dolci. Perciò, abbiamo provveduto a organizzare il confezionamento di pacchi che contengono questi beni alimentari a un costo di euro 25 ciascuno. L’obiettivo è di riuscire a consegnare i pacchi a tutte e 100 le famiglie che seguiamo, e di media sono composte da 6 o 7 persone".

"Chiunque voglia aderire – aggiunge Cappetti – potrà fare una donazione entro lunedì (IT50N0200869111000104729048 l’iban), intestato a Porto Recanati Solidale e utilizzando la causale "Festa Eid al Fitr". Così potremo non solo regalare un giorno di gioia ai nostri amici siriani che vivono in condizioni disagiate, ma compiremo un gesto di grandissima vicinanza". Inoltre, il presidente dell’associazione portorecanatese ricorda poi le numerose iniziative messe in campo pochi giorni fa. "Abbiamo donato dei pacchi alimentari a 40 famiglie in difficoltà della zona – riprende Cappetti -, tra cui alcune di origine extracomunitaria dell’Hotel House e altre ucraine. E ancora: abbiamo distribuito centinaia di uova di Pasqua e colombe nelle comunità e alle associazioni che si occupano di persone fragili e disabili. Invece, a marzo ci siamo recati a Kilis e in due giorni abbiamo cucinato e consegnato circa 300 pasti caldi al profughi".