Valsa Group, è notte fonda a Milano. La squadra si smarrisce dopo il primo set

I gialloblù perdono diverse occasioni per aggiudicarsi il parziale in apertura, ma alla fine cedono e non ritrovano più il filo

Valsa Group, è notte fonda a Milano. La squadra si smarrisce dopo il primo set

Valsa Group, è notte fonda a Milano. La squadra si smarrisce dopo il primo set

Qual è la vera identità di Modena? Più che il risultato, più che la classifica, più che qualsiasi altro aspetto tecnico o di salute è questa la preoccupazione che oggi deve avere la Valsa Group, la domanda che deve tormentare le notti di coach Petrella e del suo staff. Dov’è finita, la vera Modena, quella che lottava, che si rialzava, che per quasi tutta la stagione non ha accettato la sconfitta? Gli occhi spenti, le mani lontane, le teste basse del match di Assago sono segnali di qualcosa che si è rotto, oltre il risultato e i numeri in sé, che da soli raccontano. Ha ragione capitan Bruno, venti giorni fa Modena era sulla luna, dopo un successo roboante contro la capolista Trento, oggi è nella polvere di due sconfitte consecutive, pesanti soprattutto sul morale.

Come tutto è cambiato in peggio in così pochi giorni, altrettanto velocemente il sole può tornare a rischiarare la nebbia della metà campo geminiana, ma dov’è la vera Modena, quella con gli occhi iniettati di sangue che non si sarebbe mai fatta sfuggire le occasioni capitate a grappoli per portarsi a casa il primo set, quella che con Verona o con la stessa Milano all’andata aveva rimontato da situazioni quasi impossibili, con fiducia e abnegazione che ieri negli occhi spenti dei gialloblù non si riuscivano a cogliere. Certo, ci sono gli aspetti tecnici, il fatto che ieri il cambiopalla si sia incagliato quasi subito, che la fase punto non possa contare né sul muro né su un attaccante sempre affidabile, c’è l’incostanza di Sapozhkov accanto a quella di Davyskiba, si è aggiunta la giornata storta di Bruno.

Ma i giocatori della Valsa Group prima di tutto devono guardarsi negli occhi, sapendo che un leader morale c’è, si chiama Bruno Rezende, e che un trascinatore tecnico non c’è e non ci sarà, e allora bisogna remare forte tutti insieme sempre, con un’idea di gioco precisa e un’idea di battaglia ancora più precisa. Solo così si potrà risalire una classifica nella quale i gialloblù sono stati raggiunti da Verona, ma Milano e Monza non sono poi così lontane.

La partita ha avuto storia soltanto in un primo set nel quale Petrella ha mandato in campo Davyskiba sacrificando Rinaldi e rilanciando Brehme e Federici. Partita meglio, Modena ha avuto il rigore del +4, sul 7-10, sbagliandolo e venendo punita da una Milano capace di pareggiare e allungare, ripresa sul 23-23 da un ace di Juantorena. Al terzo set point chiudeva Kaziyski un set nel quale Modena non concretizzava almeno quattro, cinque occasioni cristalline. Dal secondo il monologo Allianz non trovava opposizione, nonostante la girandola di cambi di Petrella, i tentativi di scossa di Juantorena, i time out solitari di Bruno nel terzo set.

Alessandro Trebbi