"Nel 2025 la ricostruzione pubblica compie uno scatto in avanti: entro l’anno partiranno 1.200 nuovi cantieri, un terzo del totale. E quella privata continua a correre segnando un più 22 per cento rispetto all’anno scorso, con 6,1 miliardi di contributi concessi. Segnali positivi giungono anche dalla riparazione economica e sociale: tra il 2027 e il 2029 il Pil del cratere crescerà di oltre 3,8 miliardi di euro e l’occupazione vedrà un incremento di oltre 18mila unità, oltre ai circa 302mila nuovi rapporti di lavoro attivati in questi ultimi tre anni". A fare il quadro, ieri a Roma, è stato il commissario straordinario Guido Castelli, che ha presentato il rapporto sulla ricostruzione a maggio del 2025. "Siamo consapevoli che resta ancora molto da fare e che non è immaginabile abbassare la guardia – ha detto –, perché il primo obiettivo resta di restituire a tutte le persone le loro abitazioni e una vita normale. Ma è evidente che il cambio di passo c’è stato. Stiamo realizzando un modello, il ’modello Appennino centrale’, basato su buone prassi che possono rappresentare un punto di riferimento anche per altre aree. Il nostro è un grande lavoro di squadra: un commissario coeso con il governo, quattro governatori bracci operativi e 138 Comuni". Ma veniamo ai numeri.
Nelle Marche sono state presentate 19.315 richieste di contributo per la ricostruzione privata, 13.624 approvate, per un importo concesso di oltre 7,6 miliardi (su un totale di 10,7 miliardi distribuiti tra Marche, Abruzzo, Lazio, Umbria). Di questi, ne sono stati liquidati circa 4,4. Nelle Marche sono stati chiusi 7.388 cantieri, in corso 5.643. Anche sul fronte della ricostruzione pubblica le Marche occupano la fetta più grande del cratere: qui si concentra oltre la metà delle opere, con 1.873 interventi per 2,47 miliardi. I marchigiani ancora fuori casa sono 6.149, 4.256 con il contributo di disagio abitativo (ex Cas) e 1.411 nelle casette, le Sae (i restanti 482 rientrano in altre forme di assistenza, come alloggi Erap, Mapre). Nei 138 Comuni del cratere ci sono ancora 10mila nuclei familiari, per un totale di poco più di 20mila persone, in attesa di sistemazione definitiva. "Il nostro obiettivo prioritario è di fare rientrare le persone a casa (nella prima casa)", ha affermato il commissario.
Castelli in generale ha evidenziato i risultati della ricostruzione pubblica, finora nota dolente. "Nei primi quattro mesi del 2025 sono stati già avviati 439 cantieri – ha aggiunto –. Quasi il 98% degli interventi è stato sbloccato". Sul fronte delle scuole, ha portato come esempi l’Itis Divini di San Severino e la scuola Betti di Camerino. Resta la carenza di manodopera. "Le maestranze sono composte per lo più da lavoratori stranieri, per i quali stiamo organizzando corsi di lingua – ha spiegato –. Per quanto riguarda invece i rincari dei materiali, stiamo studiando un modo per calmierare i prezzi ed evitare tentativi di speculazione". Al vaglio l’ipotesi di centrali di betonaggio temporanee per abbattere i costi dei trasporti. Infine, il commissario ha ricordato che nel Dl Economia (da poco pubblicato) è stata disposta la proroga al 31 dicembre 2026 per le richieste di contributo sisma 2016 integrate con il 110 che sono rientrate nel plafond sisma di 330 milioni (ovvero quelle presentate dopo il 30 marzo 2024). Confermato anche il rifinanziamento della Zona franca urbana per il 2025, con 11,7 milioni per le imprese. "Mi auguro che i territori siano ripopolati e le persone vivano in strutture antisismiche", è intervenuto anche l’assessore regionale Goffredo Brandoni, ringraziando il commissario e lo staff per il lavoro. La sfida è di riportare la gente nei territori, per contrastare la crisi demografica.