Aceto patrimonio Unesco: "Percorso nato anni fa, ora non va snaturato"

L’assessore all’agricoltura Mammi precisa la posizione della Regione "Iniziativa di Consorteria, Confraternita e dei tre Consorzi Dop e Igp".

Aceto patrimonio Unesco: "Percorso nato anni fa, ora non va snaturato"

Aceto patrimonio Unesco: "Percorso nato anni fa, ora non va snaturato"

La Regione interviene sulla querelle che si è scatenata in questi giorni in merito alla ‘paternità’ della richiesta di riconoscimento dell’aceto balsamico quale patrimonio immateriale dell’umanità, e che vede ‘contrapposti’ l’IVACI (Istituto Valorizzazione Aceti e Condimenti Italiani) con Armando De Nigris da un lato e dall’altro i consorzi di tutela dell’aceto balsamico, tra cui la Consorteria di Spilamberto rappresentata da Maurizio Fini.

"Facciamo chiarezza. Il percorso per intitolare ‘La Tradizione del Balsamico tra socialità, arte del saper fare e cultura popolare’ a patrimonio culturale immateriale Unesco è partito diversi anni fa, e nasce da un’azione dal basso portata avanti dalla Consorteria dell’aceto balsamico tradizionale con sede a Spilamberto, dalla Confraternita dell’aceto balsamico tradizionale che ha sede a Scandiano (Reggio Emilia) e dei tre Consorzi Dop e Igp".

Così l’assessore regionale all’Agricoltura e agroalimentare Alessio Mammi si esprime sulle recenti dichiarazioni riguardanti il sostegno espresso dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e alla ‘paternità’ della domanda di riconoscimento.

"È necessario – rimarca Mammi – legittimare in modo corretto questo iter che coinvolge persone, famiglie, imprese, le comunità locali delle province di Modena e Reggio Emilia, perché rappresentano la tradizione, la storia, l’identità del balsamico nei nostri territori. Bisogna mantenere il percorso per il riconoscimento del titolo di patrimonio Unesco sui giusti binari, per non snaturarlo e perchè torni in una logica territoriale e condivisa".

La domanda per la candidatura è stata presentata nel 2019 da un Comitato territoriale che comprende oltre a Consorteria e Confraternita i soggetti titolari per legge delle attività di promozione, ovvero i Consorzi di tutela degli aceti balsamici Dop e Igp, con il supporto della Regione Emilia-Romagna, ai Ministeri dell’Agricoltura e della Cultura. Nel 2022 – fa sapere una nota della Regione – ‘La Tradizione del Balsamico tra socialità, arte del saper fare e cultura popolare dell’Emilia centrale’, è stata iscritta nell’Inventario nazionale del Patrimonio agroalimentare italiano (Inpai).

Maria Silvia Cabri