Caldo anomalo, fioriture anticipate e frutteti a rischio

L'agricoltura modenese affronta le sfide dei cambiamenti climatici con un risveglio anticipato delle piante, minacciato da possibili gelate tardive. Gli agricoltori si preparano con irrigazioni antibrina e ventoloni, ma le preoccupazioni per la produzione sono alte.

L’agricoltura modenese, come altrove, vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici. Il più evidente è il caldo fuori stagione di questo febbraio, seguito ad un gennaio nella norma e ad un dicembre altrettanto sopra la media delle temperature, che finisce per favorire il risveglio anticipato delle piante, con fioriture anticipate e il pericolo di esporre le coltivazioni ai danni di un eventuale forte abbassamento delle temperature. "Le alte temperature degli ultimi giorni – dice Francesco Vincenzi, presidente del Consorzio di Burana, la cui impresa agricola di Mirandola coltiva prevalente pere – e la luminosità del periodo hanno portato lo stadio vegetativo delle frutticole, albicocche, pere e mele ad un livello di sviluppo molto avanzato. Nonostante potrebbe bastare una settimana un poco più buia e fresca perché la pianta rallenti, comunque siamo in anticipo di 10-15 giorni. La fioritura l’anno scorso è stata dal 3 all’8 di aprile, quest’anno si fiorirà forse già dal 22-25 marzo per quello che riguarda le albicocche, poi dopo Pasqua si presume fioriranno anche pere e mele". In generale si può dire che a livello locale l’assenza di piogge non pare destare eccessive preoccupazioni. Ne destano invece le temperature soprattutto per il timore di tardive gelate. "Con un gennaio, febbraio e marzo con temperature calde – avverte Alberto Notari, presidente provinciale Cia – le piante si risvegliano e si trovano poi a fare i conti con un colpo di coda dell’inverno, che c’è sempre stato con una gelata in aprile. Ma le piante anni addietro non erano mai in attività perché l’inverno prima era inverno, adesso non è più inverno". A seguito dei cambiamenti climatici, stiamo dunque assistendo ad un risveglio anticipato della natura e dei suoi frutti, con le conseguenze che si possono facilmente immaginare se arriva una gelata improvvisa o qualche altro evento estremo. Per gli agricoltori non ci sono molte difese per proteggere i prodotti del loro lavoro e i loro redditi: ci sono le assicurazioni, ma dopo quanto accaduto negli ultimi 2 anni nessuna vuole più assicurare le produzioni; e ci sono i ventoloni e l’irrigazione antibrina. "Per questo – dice Vincenzi – noi iniziamo a pianificare che dal 1° al 15 marzo iniziamo a trattenere l’acqua per cercare di accendere gli impianti e dare la possibilità a chi è attrezzato di fare l’irrigazione antibrina e proteggersi dalle gelate". L’apprensione dei nostri imprenditori agricoli è alta.

"Le albicocche – riassume preoccupato Notari – stanno già fiorendo e sono in un anticipo. Il pericolo è quest’anno di non riuscire a magiare le nostre albicocche".

Alberto Greco