GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Caos medico di base: in mille senza a Modena. “Solo dieci giorni per cambiare”

Preoccupazione tra i pazienti della zona di via Vignolese. “Non ci sono dottori nei paraggi, anziani in difficoltà”

Modena, 22 ottobre 2023 – Tra i mille e i 1.200 pazienti che fanno capo all’ambulatorio di via Vignolese, quello vicino alla gelateria, si ritrovano improvvisamente senza medico di base. A sollevare il caso sono un centinaio di cittadini che venerdì mattina hanno ricevuto un sms sul cellulare nel quale si annuncia che dal primo novembre il loro medico (la dottoressa Claudia Grandi), che aveva preso servizio tra maggio e giugno, cessa l’attività per un altro incarico.

Medico di base? Mille pazienti si trovano senza a Modena
Medico di base? Mille pazienti si trovano senza a Modena

La comunicazione ha colto di sorpresa i pazienti, già a disagio dopo che a maggio era andato in pensione il medico di famiglia storico, il dottor Paolo Pini. "Ci siamo confrontati tra alcuni pazienti dell’ambulatorio, tutti sconcertati dalla situazione – spiega la signora Francesca Corghi che fa da portavoce – Chiamando l’Urp dell’Ausl e la Saub hanno confermato che non ci sono medici disponibili in zona, ci hanno consigliato di andare in altri ambulatori per esempio in strada Cavo Argine e via Finzi, che distano però una dozzina di chilometri dalla zona: il problema non è naturalmente per noi più giovani, ma per i più anziani che hanno difficoltà di mobilità".

Non è in discussione ovviamente, specificano i residenti, "la scelta dei singoli medici che magari si aspettano di gestire un tot numero di pazienti e se ne ritrovano il doppio. Il problema è che l’Ausl non può avvertire solo 10 giorni prima attraverso un sms i pazienti che poi devono organizzarsi per conto loro, considerando anche che molti anziani non usano neanche il telefonino. Secondo noi deve esserci sempre già pronto un piano B, qualora per un qualsiasi imprevisto un medico dovesse venire meno". L’obiettivo della mobilitazione adesso è chiedere un incontro alla dottoressa Cavazzuti, responsabile dei medici di Medicina generale dell’Ausl: "Chiederemo di trovare una soluzione ponte: non è possibile lasciare così tutte queste persone allo sbaraglio, tra cui tanti anziani pluripatologici".

Allargando il discorso all’intera città, la mancanza di medici di base è stata anche al centro del dibattito nei giorni scorsi in Consiglio comunale. L’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli, riportando le informazioni ricevute dall’Ausl e rispondendo all’interrogazione della consigliera del Pd Mara Bergonzoni, ha rimarcato come "dei sette incarichi da medico di medicina generale pubblicati in città ne sono stati assegnati tre, ma confidiamo nel fatto che entro fine anno vengano conferiti anche i quattro incarichi ancora vacanti. Va però ricordato che gli assegnatari possono liberamente decidere dove aprire l’ambulatorio all’interno dell’ambito territoriale unico del Comune di Modena, frazioni comprese".

L’Azienda Usl – ha spiegato l’assessore – programma la sostituzione dei medici di medicina generale cessanti, per sopraggiunti limiti di età o per dimissioni volontarie, "provvedendo a pubblicare le cosiddette ‘zone carenti’ secondo le indicazioni della Regione. Ma se si considera l’intera provincia, nel mese di luglio sono stati assegnati solo sei incarichi rispetto a 52 banditi".

Pinelli ha ricordato che "la città di Modena, fino a oggi, ha sempre visto l’assegnazione di tutti gli incarichi tra il primo turno di assegnazione, in luglio, e il secondo, in ottobre. Nella maggior parte dei casi, gli assegnatari privilegiano la zona cittadina, soprattutto perché i medici neo-convenzionati scelgono di gestire l’ambulatorio in associazione con altri colleghi, costituendo le cosiddette Medicine di gruppo, in cui è possibile condividere spazi e personale di supporto, garantire la mutua sostituzione in caso di assenza e un’ampia copertura oraria giornaliera".

L’assessora ha infine aggiunto che l’Ausl "si sta adoperando per studiare soluzioni organizzative innovative che consentano di garantire un’assistenza sanitaria adeguata anche in assenza di prossimità dell’ambulatorio, ad esempio attraverso lo sviluppo della telemedicina e dell’infermieristica di comunità, e negli anni ha consolidato l’assistenza domiciliare per i pazienti più fragili o con impossibilità di spostamento".