Caporalato, arrestato il ’picchiatore’ del gruppo

Carpi, era membro dell’associazione Ak-47. Il 30 aprile riuscì a fuggire: ora il giovane pakistano è stato individuato e fermato

Caporalato

Caporalato

Carpi, 22 maggio 2024 – Era ‘il picchiatore’, il membro più violento di quel gruppo di uomini con Kalashnikov stretti tra le mani, alternati a mazze da baseball e mazze chiodate dediti a pestaggi cruenti in mezzo alla strada e a tanti altri gravi reati. Il 30 aprile era riuscito a sfuggire alla cattura ma lunedì è stato individuato a Carpi e arrestato. Parliamo di uno dei componenti, un giovane pakistano dell’associazione AK- 47 Carpi, dedita infatti ad estorsioni, lesioni personali, minacce, autoriciclaggio, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (noto come caporalato). I vertici del gruppo, in primis un pakistano 30enne, facendo leva sulla loro posizione di potere in ambito lavorativo, comandavano a bacchetta gli altri lavoratori, tutti corrieri pretendendo che versassero all’associazione una parte dello stipendio e che si piegassero a quelle che ritenevano essere le loro regole. Se qualcuno si azzardava a replicare, veniva pestato a sangue. Ogni ‘azione punitiva’ veniva quindi postata sui social network, al fine di mostrare potere e predominanza. L’indagato è stato individuato dopo un’incessante attività di ricerca dagli agenti della Digos e arrestato su ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP.

L’uomo era nei fatti il ‘picchiatore’ del gruppo: veniva coinvolto dall’associazione quando doveva organizzare pestaggi e spedizioni punitive e risulta indagato, in concorso, per minacce aggravate dall’uso dell’arma e per aver preso parte alla violenta rissa avvenuta a Carpi, nella notte del 23 aprile 2022, scatenata da una spaccatura all’interno del sodalizio. In quell’occasione due fazioni, con il coinvolgimento di circa 30 persone, si erano scontrate facendo uso di armi e oggetti atti ad offendere, come coltelli e mazze, causando seria preoccupazione e grave allarme sociale. L’indagine, condotta dalla Digos, diretta dal vice questore Valeria Cesarale, con la collaborazione del Commissariato di Carpi, diretto dal vice questore Paola Convertino e coordinata dai procuratori Amara e Bombana era partita nel 2021 grazie alla denuncia di un coraggioso lavoratore pakistano, vittima di un pestaggio ad opera di altri indagati.

La maggior parte degli episodi si erano verificati in Carpi, all’interno di un’azienda di spedizioni per conto di una ditta di servizi logistici, dove la maggior parte dei soggetti, generalmente corrieri, lavorava. Secondo quanto messo in luce dagli agenti, a capo dell’associazione c’era un pakistano 30enne appunto, che si avvaleva della collaborazione di due rappresentanti sindacali aziendali, presso due importanti società di spedizioni. I membri dell’associazione a delinquere erano infatti iscritti al Sindacato Intercategoriale Cobas "SI Cobas". Sono ora in corso le ricerche per trovare gli ultimi tre indagati, che si sono resi irreperibili.

Valentina Reggiani