VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Carabiniera umiliata. La decisione dell’Arma: l’ufficiale sarà trasferito. I sindacati: "Non basta"

Per lui incarico in un’altra regione ma sempre con ruoli di comando. Unarma: "Problema spostato altrove". I vertici: "Scelta secondo la legge". .

Carabiniera umiliata. La decisione dell’Arma: l’ufficiale sarà trasferito. I sindacati: "Non basta"

Carabiniera umiliata. La decisione dell’Arma: l’ufficiale sarà trasferito. I sindacati: "Non basta"

Sarà presto trasferito ad altra sede (ha ricevuto un preavviso) – destinazione Abruzzo – il comandante dei carabinieri di una Compagnia della provincia di Modena finito al centro delle polemiche dopo aver scritto ‘Visto, il capitano’ sulla fronte di una sua sottoposta; una giovane carabiniera in ferma volontaria. L’episodio sarebbe avvenuto al termine del servizio, all’interno della caserma e dinanzi ad altri colleghi della donna, uno dei quali avrebbe poi ‘documentato’ con una foto l’accaduto. Una ‘prevaricazione’, un gesto di ‘bullismo’ nei confronti della giovane carabiniera a seguito della quale l’Arma è intervenuta immediatamente, segnalando quanto accaduto all’autorità giudiziaria; procura ordinaria e militare che si stanno ora occupando del caso. Formalmente il militare risulta in malattia: non è stato disposto alcun provvedimento formale di sospensione nei confronti del comandante, essendo gli accertamenti ancora in corso e come conferma il legale del militare. Alla notizia del trasferimento del capitano sono però insorti nuovamente i sindacati, con Massimiliano Zetti, segretario generale e Giovanni Morgese segretario Emilia Romagna Nsc che affermano: "Riteniamo il provvedimento assunto dal Comando generale non coerente alla gravità del fatto che dimostra, sino a prova contraria, una mancanza di equilibrio nello svolgimento del delicato ruolo di comando. Il mero trasferimento, nella persistenza del ruolo, non risolve il problema ma semplicemente lo trasferisce in altra regione quasi a voler stigmatizzare una incompatibilità ambientale del capitano e non una incapacità, per cause allo stato conosciute, di adempiere al proprio ruolo" conclude Morgese. "Ciò che colpisce, oltre al trasferimento dell’ufficiale che ha tutta l’aria di sembrare una promozione nonostante il grave atto nei confronti di una sua sottoposta, è osservare le discrepanze nel comportamento del Comando generale nei confronti degli ufficiali dei carabinieri. Se un atto simile fosse stato commesso da un comandante di stazione, è altamente improbabile che avrebbe ricevuto un trattamento simile" sottolinea Antonio Nicolosi, segretario generale di Unarma. "Ancora una volta l’Arma decide di ’spostare’ il problema" sottolinea anche Antonio Loparco, segretario generale Unarma Modena. A ‘rispondere’ ai rappresentanti delle sigle sindacali è il Comando generale dell’Arma: "In relazione all’odierno comunicato dell’Associazione professionale a carattere sindacale Unarma, con note critiche circa le scelte operate dall’Amministrazione per quanto concerne il trasferimento adottato nei confronti del comandante – si legge nella nota – nel sottolineare che la tematica esula dalle competenze attribuite ai sindacati militari per espressa previsione di legge, si evidenzia che il merito delle determinazioni assunte discende da vincoli dettati dal dovere giuridico di garantire il completamento – entro il 15 settembre 2026 – degli obblighi di comando previsti per il grado rivestito dal Decreto Legislativo n. 66/2010. Inoltre, il provvedimento ha contemperato anche le esigenze familiari dell’interessato. Alle iniziative assunte sul piano dell’impiego, si affiancano i rigorosi accertamenti in atto sul piano disciplinare e su quello penale, questi ultimi su delega dell’Autorità giudiziaria militare, informata nell’immediatezza". A prendere parola è infine Carmine Caforio, segretario generale Usmia Carabinieri: "Il fatto è grave e va condannato, anche per dare una risposta giusta in primis ai cittadini e subito dopo a tutto il popolo in uniforme. Il sindacato Usmia si è occupato immediatamente della tutela e dell’assistenza della sua associata che, nonostante la giovanissima età, ha dimostrato coraggio e determinazione".