"Casa confiscata alla mafia, utilizzo improprio"

Maranello, Fratelli d’Italia: "È diventata una struttura ricettiva, ma nessuna delle donne vittime di violenza formate lavora lì"

"Casa confiscata alla mafia, utilizzo improprio"

"Casa confiscata alla mafia, utilizzo improprio"

"Utilizzo improprio rispetto a quanto prescritto". Fratelli d’Italia ed Evoluzione Maranello-Civica per Pozza mettono nel mirino la villa a suo tempo confiscata alla ’ndrangheta e assegnata al Comune di Maranello, che le ha ridato vita come struttura ricettiva. La denuncia arriva in coda ad una conferenza stampa cui hanno presenziato anche il senatore Michele Barcaiuolo e l’onorevole Daniela Dondi, nel corso della quale si è parlato di "battaglia giusta, il supporto alle donne vittime di violenza, ma strumentalizzata: l’assegnazione dell’immobile era stata richiesta per creare una struttura da destinare alle donne vittima di violenza e in grado di ospitare loro e i loro figli, ma poi l’idea è mutata, cambiando la destinazione dell’immobile da struttura di accoglienza a struttura ricettiva (Room & Breakfast), con lo scopo di dare un lavoro alle donne vittime di violenza". Fd’I evidenzia però come "per formare professionalmente chi avrebbe dovuto lavorare all’interno della struttura sono state selezionate 10 donne che hanno frequentato corsi cofinanziati dalla Regione per un costo complessivo di 82500 euro, ma nessuna di loro lavora lì. Per ristrutturare l’immobile sono stati spesi 520mila euro di risorse comunali e regionali". La conclusione? "Considerati gli oltre 600mila euro già spesi, quanto si dovrà investire ancora nella struttura per mantenerla? Meglio – ad avviso degli esponenti di Fd’I – sarebbe stato realizzare una casa di prima o seconda accoglienza per mamme in difficoltà e i loro bambini: il dubbio è che l’operazione sia servita come veicolo pubblicitario per la senatrice Vincenza Rando, già vice presidente di Libera, candidata ed eletta dopo qualche mese dal pd in questo collegio".

Immediata la replica dell’Amministrazione, che con il vicesindaco uscente Mariaelena Mililli rivendica come "il ‘LEI Rooms’ sia stato premiato a livello nazionale per il suo valore sociale e simbolico. È un’occasione di riscatto offerto a donne fragili o vittime di violenza: tre assunte e altre coinvolte in occasione di eventi". Nessuna strumentalizzazione, quindi, anzi: "gettare fango su un progetto del genere per soli fini elettorali è una mancanza di rispetto sia per le donne che nel ‘LEI Rooms’ trovano un’altra chanche professionale e personale. E ci stupisce – prosegue il vicesindaco – che un attacco arrivi anche da una candidata sindaco donna". Quanto al merito, "nessun documento o delibera ha mai riportato funzioni diverse da una struttura ricettiva in cui impiegare donne fragili: e il ‘LEI Rooms’ ha una media di ben 85 pernottamenti mensili, quindi sta dando da vivere a queste donne".

Stefano Fogliani