C’è chi dovrà interrompere la produzione

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Alberto

Cirelli*

Rincari folli e un’indeterminatezza che non fa che angosciare la classe imprenditoriale. È questa la fotografia della crisi economica attuale che non sembra dare segnali di sollievo alle imprese del territorio emiliano. Confapi Emilia denuncia fragorosamente questa drammatica situazione, rivolgendo un monito alle istituzioni affinché possano agire in tempi brevi e con azioni stabili. Nella migliore delle ipotesi, infatti, ci si deve aspettare che i mesi autunnali rimangano come sono ora, ovvero incerti e ondivaghi. Date queste premesse molte aziende stanno già prendendo in considerazione l’ipotesi di interrompere momentaneamente la produzione, attivando di conseguenza soluzioni quali cassa integrazione. Arrestare l’attività per qualche mese, purtroppo, è più vantaggioso che continuare a lavorare. Talvolta gli utili non bastano nemmeno a pagare l’ammontare delle bollette. Qualora, invece, si verificassero nuovi rincari e i prezzi del gas, dell’energia e delle commodities dovessero aumentare ulteriormente, molte aziende collasserebbero: tutte, non solo quelle energivore e gasivore. Se è vero che la flessibilità è sempre stata considerata un fattore di successo per la piccola media impresa, ora questa non è più sufficiente a contrastare gli shock che si presentano nel panorama economico. Ciò che più si teme è l’intreccio disastroso di inflazione e stagnazione in quanto questo potrebbe causare una crisi oltre che economica anche sociale di forti dimensioni: le aziende – ahinoi – non avrebbero prospettive di crescita né spazio e opportunità per nuove risorse da inserire nel mondo del lavoro. Le tensioni fra Russia e Ucraina non paiono cessare, l’Europa si presenta molto debole. In questo contesto è fondamentale e urgente avere una governance stabile che non si perda in dinamiche futili e prenda decisioni rapide per il bene del nostro tessuto economico e sociale.

*Presidente Confapi Emilia