"Centro ippico, l’ufficiale è stato subito sostituito"

Il Ministero della Difesa: "Pieno rigore contro chi viola i valori dell’Esercito". Intanto spuntano testimonianze contro Cati: "Sessismo e mostrava foto osè" .

"Centro ippico, l’ufficiale è stato subito sostituito"

"Centro ippico, l’ufficiale è stato subito sostituito"

"Alle ragazze diceva: ’vai a pulire i genitali al cavallo’. Se rispondevano ’L’ho appena fatto’, lui ribadiva: ’vai a pulire, è un ordine’". E ancora: "Fotografava il mio lato B, mostrava scatti osè. Mi metteva spesso come piantone del Centro ippico dicendo: se mettiamo lei che è carina, le persone vengono qui a montare a cavallo. Un giorno l’ho beccato con il telefono puntato sul mio lato B. Quella foto l’ha mandata in una chat". A parlare nell’ambito del servizio televisivo andato in onda nel corso del programma ’Le Iene’ sono state alcune delle presunte vittime di vessazioni e minacce da parte del tenente colonnello Giampaolo Cati, 45 anni, ex capo del Centro ippico militare dell’Accademia di Modena. Come noto, l’ufficiale rischia il processo per stalking e violenza privata – aggravati dall’abuso dei poteri e di autorità – e minaccia a seguito delle denunce presentate da undici militari, palafranieri delle scuderie. Denunce che potrebbero aumentare. Parliamo di soldati, caporal maggiori e sergenti, di cui 4 donne che, dopo aver parlato con il cappellano o lo psicologo dell’Accademia, si sono rivolti alla scala gerarchica facendo presente condotte moleste e vessatorie nei loro confronti: sessismo, avance sessuali, body shaming, minacce, stalking. Otto delle presunte vittime (due, per questi fatti, si sarebbero nel frattempo congedate) sono assistite dall’avvocato Massimo Strampelli. A fronte delle testimonianze dei militari, l’Esercito fa presente come l’Ufficiale come "provvedimento immediato sia stato subito avvicendato in qualità di capo Centro ippico e destinato ad incarichi non di comando". "Il Comandante dell’Istituto, a seguito di segnalazioni interne, ha provveduto immediatamente a comunicare il presunto reato alla Procura Militare – si legge nella nota del Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito – ciò, a testimonianza della costante e massima attenzione nei confronti del personale e dei comportamenti adottati in seno alla Forza Armata. Nel confermare totale condanna e pieno rigore nel perseguire i comportamenti che violano i principi e i valori su cui si fonda l’Istituzione, l’Esercito sta assicurando la massima collaborazione e trasparenza agli organi inquirenti, fiduciosi che l’operato della Magistratura farà il suo corso".

Intanto l’associazione sindacale Carabinieri UNARMA tramite il segretario generale provinciale di Modena Antonio Loparco a proposito dei fatti dell’Accademia dichiara di essere rammaricata, seppur non incredula. "La condizione militare, la cui natura si fonda sul principio della gerarchia e quindi sul rapporto di subordinazione, rischia di prestare il fianco a casi di mero abuso di potere.

Episodi come quelli di Modena, laddove i fatti trovassero riscontro, dimostrano che è giunto il momento di rivedere il funzionamento della gerarchia e dei codici dell’ordinamento militare".