Chiesa ortodossa tra canti e preghiere: "Basta armi, abbiamo i cuori spezzati"

Commemorazione per tutte le vittime: "Speriamo che l’orrore finisca presto"

Chiesa ortodossa tra canti e preghiere: "Basta armi, abbiamo i cuori spezzati"

Chiesa ortodossa tra canti e preghiere: "Basta armi, abbiamo i cuori spezzati"

A due anni dall’invasione russa in Ucraina la comunità ortodossa di Modena si è riunita ieri per pregare in ricordo dei morti e perchè questo feroce conflitto finisca al più presto. La messa è stata celebrata da Padre Giorgio Arletti, in una sala nei pressi della chiesetta ortodossa di Modena est , troppo piccola per celebrare un rito ieri molto partecipato. Preghiere, commozione, canti sacri. Non c’erano solo ucraini ma anche fedeli di altre nazionalità; rumeni, moldavi, georgiani, "perché il dolore della guerra è uguale per tutti – dice una ragazza rumena – una madre piange allo stesso modo per la perdita di un figlio sia che sia russa, sia che sia ucraina o di qualsiasi altra parte del mondo". "Io vengo dall’Ucraina occidentale, la situazione lì è migliore ma ho perso un nipote nella guerra", dice una signora con le lacrime agli occhi. I fedeli entrano alla spicciolata con le candele accese in mano. Due banchetti all’ingresso le distribuiscono, su uno l’etichetta "morti", sull’altra "vivi". Si prega, si riflette, si spera. "La speranza è quella che rimane – dice un’altra signora che in Ucraina ha lasciato una città devastata e il cuore spezzato – ero nel mio paese all’inizio della guerra; ho visto cadere davanti ai miei occhi otto razzi, uno dopo l’altro, era come in un film, un film dell’orrore; dobbiamo soltanto pregare e sperare che tutto finisca al più presto". Tra i fedeli anche una famiglia di russi; padre, madre e due bambini. "Non riesco a capire perché Putin abbia deciso questa guerra; è stata una sua volontà personale, una guerra contro Zelensky – racconta lui – io ho sempre avuto amici ucraini e siamo sempre andati d’accordo. Questa guerra ha distrutto intere famiglie; conosco coppie miste che si sono lasciate, figli che non parlano più con i genitori. E’ terribile anche in questo senso questa guerra". Anche tra gli stessi ucraini ci sono visioni differenti; se molti continuano ad esortare l’Europa perché mandi più aiuti, c’è anche chi è contro l’invio di armi, come una delle signore che ieri era in prima fila nel coro. "Noi russi ed ucraini siamo fratelli e sorelle – spiega la donna – per tanti anni abbiamo vissuto insieme molto bene. Ora però l’Europa deve lasciarci gestire la situazione senza inviare più armi. Siamo noi che dobbiamo risolvere il problema, Russia e Ucraina". Dopo la messa nella grande sala russi, ucraini e altri fedeli ortodossi hanno mangiato insieme, ognuno aveva portato qualcosa; i sorrisi e le chiacchiere stemperano l’intensità della celebrazione. "E’ già il secondo anno di questa commemorazione funebre in memoria di tutti i morti della guerra sia dell’una che dell’altra parte – dice padre Giorgio – preghiamo e speriamo che questo incubo finisca il prima possibile. Magari il prossimo anno celebreremo un Te Deum di ringraziamento a Dio per la fine della guerra". Emanuela Zanasi