
Il capitano del Noe, Giampaolo Scafarto (foto Ansa)
Modena, 17 settembre 2017 - Il Capitano del Noe Giampaolo Scafarto? In Cpl se lo ricordano tutti, e bene. All’indomani della pubblicazione di alcuni stralci delle rivelazioni rese dal procuratore capo Lucia Musti al Csm - che ha riportato i colloqui con il colonnello Sergio De Caprio e con l’ex capitano noe Gianpaolo Scafarto e a fronte di un’ennesima svolta nel caso Consip-Cpl, con il pm Woodcock indagato per falso, c’è chi ha deciso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. E i sassolini riguardano proprio Scafarto, indagato per falso e rivelazione del segreto istruttorio. 'Piedi sulla scrivania, come nei film americani – racconta un dipendente e socio della Cpl Concordia che desidera mantenere l’anonimato – e modi di fare supponenti. Un uomo che sapeva di rivestire una posizione di potere. Se poi squillava il telefono, di solito posizionato dall’altro lato dei suoi piedi, sollevava la cornetta comodamente come fosse a casa sua e spesso capitava che dall’altro capo del filo ci fosse un semplice impiegato, oppure un cliente o un fornitore, comunque ignaro di quanto stava succedendo in quel momento negli uffici di Cpl, e soprattutto di parlare con Scafarto, che si comportava come fosse il capo indiscusso. Un bel giorno, poi, e nessuno di noi di Cpl potrà mai dimenticarlo – continua – il capitano Scafarto, dopo aver effettuato alcune chiamate sul suo cellulare, sfogliato attentamente alcuni documenti si rivolse ai suoi uomini e affermò: 'Ragazzi, pensate, qua sparirà tutto, qua – ripeté – farete sparire tutto'.
'Come a dire – sottolinea – che l’inchiesta avrebbe spazzato via la cooperativa Cpl. Parole che oggi, anche alla luce delle indagini della magistratura nei confronti del capitano del Noe, e delle sue intercettazioni farlocche, fanno pensare all’odio nutrito da Scafarto nei confronti delle cooperative, e sinceramente anche dei posti di lavoro. Quando allora le pronunciò, era la primavera 2015, all’inizio dell’ inchiesta Cpl – ricorda infine il dipendente – e dopo l’arresto dell’allora presidente Roberto Casari e dei dirigenti, noi tutti rimanemmo di sasso, senza tuttavia capirne appieno il senso, oggi invece sì. Scafarto e il giudice Woodcock, che forse ha avuto il demerito di fidarsi dei carabinieri sbagliati, devono spiegare alla magistratura aspetti che non quadrano delle indagini Consip e Cpl'.
Lo stesso procuratore capo Musti, davanti al Csm, avrebbe parlato di 'intercettazioni fatte coi piedi, roba da marziani', affermando poi che 'Woodcock fornì a Scafarto i Dvd contenenti gli atti dell’inchiesta Cpl in merito alla metanizzazione di Ischia, privi di sigilli e di alcuna delle cautele che spettano ad atti d’indagine'.
Parliamo di quelle 600 ‘carte’ passate per competenza a Modena e che contenevano anche il capitolo dedicato al generale Adinolfi. A seguito delle presunte dichiarazioni di Musti al Csm, il difensore del Capitano Ultimo, Francesco Romito, ha affermato che 'si prepara ad azioni legali nei confronti della pm Lucia Musti. Chiederò al Csm copia integrale del verbale dell’audizione della pm di Modena per intraprendere ogni azione legale prevista dalla legge a tutela del mio assistito'.
Il legale puntualizza che De Caprio non si è mai occupato dell’inchiesta Consip, ma solo di quella Cpl-Concordia e che nell’agosto del 2015 al colonnello furono revocati i compiti operativi da vicecomandante del Noe; gli furono cioè tolti i poteri di polizia giudiziaria. Ad intervenire è anche il prof. Furgiuele Alfonso, che difende Ferrandino, sindaco di Ischia. «In entrambi i casi, Consip e Cpl parliamo della stessa fonte investigativa – spiega Alfonso in veste di giurista – ovvero Scafarto e le indagini sono state fatte in maniera garibaldina, con frettolosità soprattutto sulla vicenda Cpl».