MARIA SILVIA CABRI
Cronaca

"Crisi Fir, serve subito un piano di rilancio"

Tavolo in Regione sulla vertenza dell’azienda di Campogalliano. Paglia: "Occorre dare una prospettiva certa". Sindacati scettici

Lo sciopero dei dipendenti dello scorso aprile

Lo sciopero dei dipendenti dello scorso aprile

La vertenza della Fir, Fabbrica Italiana Radiatori (Group Sira Industrie) di Campogalliano, approda in Regione dove ieri mattina si è tenuto il tavolo di salvaguardia occupazionale con i vertici dell’azienda, i rappresentanti di Confindustria Emilia, Fiom-Cgil, Fim Cisl, dei lavoratori e la sindaca di Campogalliano Daniela Tebasti. Per la quarantina di dipendenti dello stabilimento, dopo cinque anni di utilizzo della cassa integrazione ordinaria per crisi, è stato attivato dal 28 aprile il Contratto di solidarietà: una situazione causata dalla contrazione del mercato dei termosifoni in alluminio per uso civile e industriale e da mancate commesse, precedute da investimenti, sulla mobilità elettrica. "Occorre definire quanto prima un piano industriale che dia una prospettiva certa e anche nuova al sito produttivo – afferma l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Paglia –. Mi pare che da parte dell’azienda ci sia la volontà di andare in questa direzione utile a ripartire. La Regione c’è, pronta a dare il sostegno che occorre".

"Per il rispetto dei lavoratori e di chi fa impresa, non possiamo rassegnarci a una passiva attesa che passi la ’nottata’ – prosegue –. Non appena sarà delineata, con un piano industriale, la direzione che si vorrà intraprendere, la Regione farà la propria parte con gli strumenti normativi a sua disposizione, dalla formazione agli interventi, seppur limitati, nell’ambito del supporto a sviluppo e sostegno degli investimenti industriali".

Più scettico l’atteggiamento dei sindacati: Leo Puca della Fiom Cgil di Carpi, parla di "un futuro ancora molto incerto per la Fir. Il piano di rilancio industriale ancora non si vede". Unica nota positiva, su cui concorda anche Massimo Occhi della Fim Cisl, "l’accordo sul contratto di solidarietà che almeno mette al riparo i lavoratori dai licenziamenti sino alla fine di quest’anno, con una riduzione sino all’80% delle ore di lavoro per tutti i 43 addetti, a fronte di 34 esuberi dichiarati dall’azienda per l’accesso all’ammortizzatore straordinario".

I sindacalisti peraltro non vedono "una prospettiva di futuro per l’azienda. Abbiamo incalzato l’azienda sul piano industriale di rilancio, anche puntando sulla riconversione alla produzione del minibus elettrico su cui nei mesi scorsi era stata ventilata la possibilità. Da parte della dirigenza Fir non c’è stato nessun impegno concreto: è stata manifestata solo la disponibilità a percorrere strade alternative, ma senza nessuna definizione concreta, affidandosi solo alla speranza che il mercato del radiatore civile e industriale riparta prima o poi, sia quello interno purtroppo drogato dai precedenti bonus, sia quello estero da cui dipende il 70% della produzione Fir.

Ma affidarci alla speranza è un po’ poco – commenta Puca – e siamo pronti a riprendere le iniziative di lotta per chiedere un piano concreto di rilancio all’azienda".

Presente all’incontro anche la sindaca Daniela Tebasti: "La proprietà, anche in considerazione dell’importante investimento fatto su questo sito, sta cercando una nuova prospettiva industriale.

Concordo con Regione e sindacati nel non attendere il tutto passivamente e di garantire, come ha chiesto Paglia, colloqui più costanti affinchè gli stessi lavoratori siano informati. Il Comune è solidale con i dipendenti e si mette a disposizione".

Maria Silvia Cabri