Dedica le ferie a una missione umanitaria: "Porterò aiuti a duemila profughi ucraini"

Il formiginese Marcello Medici, 51enne ingegnere elettronico, partirà oggi a bordo di uno dei sei camioncini di Ong Mediterranea "Abbiamo cibo, medicine, stufe e giocattoli. Sicuramente le bombe spaventano ma andremo a Leopoli per stare vicino ai più deboli".

La paura di spostarsi in una zona di guerra non è trascurabile, così come la preoccupazione di assistere a scene tanto crude quanto umanamente massacranti. Nonostante queste inconfutabili premesse, il 51enne formiginese Marcello Medici oggi partirà assieme ad altre 20 persone alla volta dell’Ucraina, per portare materiale e cibo ai civili messi in ginocchio dall’invasione russa. Il viaggio sarà a bordo di uno dei 6 camioncini dell’ONG Mediterranea che – da tutta la regione – porteranno viveri a circa 2mila profughi. Marcello Medici è un ingegnere elettronico, ma ha deciso di spendere una settimana di vacanze per aiutare chi ha più bisogno. Il suo viaggio di andata durerà circa 25 ore, per poi rimanere qualche giorno al fianco della popolazione (trovando rifugio dai Frati Salesiani) e fare ritorno il 7 gennaio.

Medici, è la prima volta che parte per una missione umanitaria?

"Personalmente sì. Ma l’associazione ‘Mediterranea’ di cui faccio parte ha già avuto modo di farsi conoscere per aver salvato tantissime vite in mare e, da 16 mesi, è stabilmente nella città di Leopoli per offrire assistenza sanitaria e beni di prima necessita ad un campo profughi di circa mille persone, oltre ad un altro migliaio che ancora vive nelle proprie case. Parto insieme ad altri 20 volontari di tutta la regione (tra cui persone di Modena, Nonantola, Carpi e Formigine). La nostra è la 13esima missione nazionale e porteremo tonnellate di aiuti raccolti nei mesi scorsi".

Cosa avete raccolto?

"Abbiamo con noi gruppi elettrogeni, carrozzine per disabili, medicine, cibo, giochi per bambini, stufe e batterie. I cittadini delle nostre zone sono stati veramente molto generosi e vogliamo ringraziare tanto chi ha contribuito alla raccolta del materiale e con una donazione".

Offrite anche altre forme di assistenza alla popolazione?

"Sì. Mediterranea sta portando avanti la missione ‘Med Care’ con il compito di fornire assistenza sanitaria alla popolazione: ogni due settimane si alterna un team di medici volontari giunti in Ucraina dopo essersi presi un permesso dal proprio lavoro. Noi, oltre a rifornire di materiale la popolazione, ci offriamo anche per il ‘safe passage’, ovvero dare la possibilità soprattutto a chi è discriminato e senza diritti di uscire dalle zone di guerra in modo sicuro".

Non vi spaventa l’idea di spostarsi in una zona a rischio e poter assistere a scene molto crude?

"Sì, siamo sicuramente spaventati e non lo neghiamo. Ci sono stati bombardamenti anche venerdì a Leopoli, nonostante sia una città particolarmente lontana dalle zone di conflitto, e sicuramente la vicinanza con le persone sarà altrettanto toccante. Non rimarremo indifferenti dopo aver ascoltato le loro storie, i loro racconti e aver visto negli occhi delle persone i traumi della guerra. Sarà un viaggio non privo di sofferenze e, con l’avvicinarsi del Natale Ortodosso il 7 gennaio, prevediamo possano riprendere i bombardamenti su tutte le città".

Neanche per il Natale si ferma la crudeltà?

"Assolutamente no. Le persone in Ucraina vengono mantenute costantemente sotto bombardamenti anche nelle zone non strategiche da un punto di vista tattico, per mantenere uno stato di tensione proprio della guerra. Non per niente spesso vengono colpiti magazzini, supermercati, stazioni, posti dove sono i civili: proprio perché è la popolazione il primo obiettivo.

E anche noi come associazione umanitaria siamo un obiettivo, con i russi che cercano di scoraggiare gli aiuti che arrivano dall’esterno. Il nostro scopo è stare al fianco dei più deboli: le vittime civili sono le prime a rimetterci in una guerra".

Riccardo Pugliese