Delitto di Alice Neri . Ingroia attacca la procura: "Ha violato i principi del giusto processo"

L’avvocato del marito della vittima: "Avrebbe dovuto iscrivere il terzo uomo nel registro degli indagati e solo dopo avrebbe ovuto chiedere l’archiviazione".

Delitto di Alice Neri . Ingroia attacca la procura: "Ha violato i principi del giusto processo"

Delitto di Alice Neri . Ingroia attacca la procura: "Ha violato i principi del giusto processo"

"L’unico soggetto processuale che fino ad ora ha violato i principi del giusto processo è la Procura e lo ha fatto sia nei confronti dell’odierno imputato Gaaloul, sia nei confronti del cosiddetto "terzo uomo", che rimane dietro questa definizione giornalistica anche perché neppure lui stesso ha ritenuto di rendere pubblica la sua identità, rendendo dichiarazioni alla stampa in modo anonimo".

Con queste parole l’ex pm e avvocato Antonio Ingroia, che rappresenta Nicholas Negrini, il marito di Alice Neri, barbaramente uccisa a novembre dello scorso anno a Concordia, interviene in merito a "presunte violazioni dei principi del giusto processo in relazione alla posizione del terzo uomo".

Per fare chiarezza, stiamo parlando dell’ex collega della vittima che recentemente ha affidato le proprie dichiarazioni all’Ansa, attraverso il proprio legale, chiedendo che si ponga fine alle illazioni sul suo conto.

"Essendo emersi degli evidenti elementi a carico di quest’ultimo e avendo la Procura svolto indagini nei suoi confronti, come egli stesso ha pubblicamente ammesso e risulta agli atti, dalle informative dei carabinieri che hanno (apparentemente) ricostruito i suoi movimenti il giorno del delitto – sottolinea Ingroia -, la Procura aveva il dovere di iscrivere il suo nominativo nel registro degli indagati, consentendogli di avvalersi di un legale per tutelare i suoi diritti, e di verificare la fondatezza degli elementi a suo carico. Solo alla fine di questa verifica il pm avrebbe dovuto, eventualmente, chiedere l’archiviazione nei suoi confronti, consentendo alle persone offese di fare opposizione e l’eventuale provvedimento definitivo di archiviazione avrebbe dato pieno diritto a lui di rivendicare la sua innocenza accertata da un giudice, ed a Gaaloul ed alle persone offese di affrontare il processo consapevoli che il pm aveva esplorato tutte le piste alternative".

"E’ incredibile il modo di procedere della Procura – ribadisce Ingroia -, che ha iscritto nel registro degli indagati il marito di Alice Neri senza che vi fosse alcun elemento a suo carico, mentre non ha iscritto il c.d. "terzo uomo", nonostante gli elementi a suo carico, che costituisce l’unica vera violazione del giusto processo e delle regole processuali che si è finora verificata in questa vicenda giudiziaria".

"Circa le affermazioni del cosiddetto terzo uomo ricordo due aspetti – interviene l’avvocato dell’imputato Gaaloul, Roberto Ghini - da un lato chiunque ha seguito questa indagine non può che riconoscermi equilibrio nel parlare di piste alternative e nessuna accusa gratuita nei confronti di nessuno; che ci siano innumerevoli piste lasciate indietro, inesplorate o mal esplorate è un dato che emergerà in maniera incontrovertibile a dibattimento, l’unico luogo nel quale si deve parlare del merito".

"Non mi interessa di un terzo o quarto uomo – conclude l’avvocato Ingroia – ma solo di capire perché si è voluto chiudere l’indagine con così tanta fretta e lasciando del tutto inesplorate piste che avrebbero potuto portarci più vicini alla verità storica".