Diritto allo sciopero: "La mobilitazione è una risposta all’emergenza sociale"

Via libera del consiglio comunale all’ordine del giorno che riafferma l’inviolabilità di una conquista dei lavoratori. La Lega: "In alcuni casi ci possono essere degli stop per i bene dei cittadini".

Diritto allo sciopero: "La mobilitazione  è una risposta  all’emergenza sociale"

Diritto allo sciopero: "La mobilitazione è una risposta all’emergenza sociale"

Riafferma l’inviolabilità del diritto allo sciopero ed esprime solidarietà e sostegno a Cgil e Uil e ai lavoratori aderenti alla mobilitazione generale dello scorso 17 novembre, l’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale nella seduta di giovedì nel quale si afferma che il provvedimento di precettazione del ministro dei Trasporti "ha costituito di fatto un attacco a un diritto soggettivo garantito dalla Costituzione".

Il testo, presentato d’urgenza da Sinistra per Modena alla vigilia della manifestazione, è stato illustrato nella seduta di giovedì 11 gennaio dal consigliere Vincenzo Walter Stella ed è stato approvato con anche il voto a favore di Pd, Europa Verde-Verdi, Modena Civica e Movimento 5 stelle; contraria Lega Modena, mentre Elisa Rossini di Fratelli d’Italia non ha partecipato al voto.

La mozione si riferisce allo sciopero generale del 17 novembre 2023, proclamato da Cgil e Uil in reazione alla legge di bilancio del Governo, considerata nell’atto "inadeguata e dannosa per il Paese perché non ferma l’impoverimento, fa cassa sui pensionati e non offre futuro ai giovani". La mobilitazione è stata dunque organizzata per affermare l’esigenza di una risposta all’emergenza sociale ed economica, rafforzando, in particolare, la sanità pubblica e l’istruzione e garantendo un fisco più equo.

Rispetto allo sciopero, il documento puntualizza che il Governo ha dimostrato "completa indisponibilità" al confronto con le parti sociali, mentre la Commissione di Garanzia non ne ha riconosciuto i requisiti, chiedendone a Cgil e Uil una rimodulazione. In particolare, Stella ha sottolineato come "l’atteggiamento provocatorio e delegittimante del ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile e il suo provvedimento di precettazione per il settore trasporti, peraltro in contrasto con la legge, abbiano costituito un attacco al diritto di sciopero, soggettivo, garantito dalla Costituzione".

La mozione specifica che Cgil e Uil hanno inviato a tutte le Amministrazioni comunali una lettera chiedendo ai Comuni di esprimere solidarietà e condivisione delle rivendicazioni alla base della mobilitazione, rispetto soprattutto alla legge di bilancio, che prevede ingenti tagli alle risorse destinate proprio agli enti locali.

Per questo motivo, l’ordine del giorno invita a riaffermare il principio inviolabile del diritto allo sciopero, esprimendo solidarietà e sostegno sia alle sigle sindacali coinvolte sia a tutti i lavoratori interessati dalla mobilitazione di novembre. L’atto, inoltre, invita a condividerne le rimostranze, con particolare riferimento alla contrarietà ai tagli previsti per gli enti locali.

L’approvazione è stata preceduta da un dibattito aperto da Giovanni Bertoldi (Lega Modena) che ha affermato che il diritto di sciopero "deve essere garantito e non può essere messo in discussione però, in alcuni casi può essere limitato per evitare problemi eccessivi ai cittadini. Gli scioperi tendono naturalmente a creare disagi, ma se il ministro è intervenuto con la precettazione significa che quella protesta era eccessiva". E Stefano Prampolini ha sottolineato che l’articolo 40 della Costituzione, che garantisce il diritto di sciopero, "dice anche esplicitamente che questo diritto si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano, proprio per evitare arbìtri".

Per il Pd, Stefano Manicardi ha riaffermato "il diritto del ministro delle infrastrutture di adottare misure per garantire i servizi, ma il suo impegno dovrebbe essere dedicato a risolvere i problemi quotidiani dei trasporti, che sono intollerabili, e non a tutelare il diritto di chi viaggia solo quando altri vogliono far valere il proprio diritto a scioperare".